Pensare da grandi

Elia Bombardelli, 36 anni, docente e content creator. Terminati gli studi all’università ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento e da allora insegna matematica alle superiori. Dal 2019 tiene anche parte di un corso di Matematica Generale all’Università Bocconi di Milano.
Oltre alla docenza in aula si occupa della realizzazione di video e materiali multimediali di supporto alla didattica.
Collabora inoltre con ilSole24Ore ad alcune iniziative di educazione finanziaria ed è intervenuto in qualità di relatore in numerosi convegni, corsi di formazione ed eventi nazionali.
Nel 2018 è stato inserito dalla rivista Forbes Italia nella classifica 100under30 e nel 2021 è stato inserito nella 40under40 di Fortune Italia.
 


1. I giovani sono interessati all’educazione finanziaria?

Sì, negli ultimi 10 anni grazie al mio lavoro ho avuto modo di incontrare moltissimi studenti delle scuole superiori e devo dire che, mediamente, l’educazione finanziaria è un tema che interessa molto. Molti ragazzi hanno infatti chiaro che probabilmente, quando saranno più grandi, dovranno pensare a come gestire le proprie finanze, dovranno valutare se chiedere o meno un mutuo, dovranno pensare a come investire i propri risparmi, etc...

Tanti di loro mi riferiscono di sentirsi impreparati sulla materia e dicono che vorrebbero che di queste tematiche fondamentali si parlasse più spesso anche a scuola ma al momento non sono molte le scuole che organizzano in maniera sistematica e strutturata momenti di formazione su questi temi per i propri studenti.

2. Come mai, secondo te, l’educazione finanziaria fatica un po’ a trovare spazio nelle scuole?

Credo ci siano molteplici motivi. Innanzitutto molti docenti, pur condividendo l’importanza della tematica, non si sentono abbastanza competenti a riguardo e quindi preferiscono non parlarne direttamente per il timore di veicolare informazioni non corrette. C’è poi un problema legato ai tempi: ci sono infatti tante tematiche interessanti da approfondire ma il tempo a disposizione è limitato, dunque spesso le scuole danno la priorità ad altre tematiche ritenute - a torto o a ragione - maggiormente prioritarie. Infine credo sia mancata, in passato, un’indicazione forte da parte del ministero alle scuole, una sorta di input convinto che le spingesse a inserire in maniera stabile dei momenti dedicati all’educazione finanziaria all’interno delle attività didattiche previste. Su quest’ultimo punto però la situazione potrebbe cambiare nel prossimo futuro a seguito di un Ddl recentemente approvato.

3. Credi che i social e che piattaforme come YouTube possano dare una mano nel sensibilizzare le persone sull’importanza dell’educazione finanziaria?

Assolutamente! I giovani di oggi passano moltissimo tempo sui social, per svagarsi, per condividere cose tra loro e anche per imparare. Ad esempio le videolezioni di matematica presenti sul mio canale YouTube totalizzano mediamente oltre 1.000.000 di visualizzazione ogni mese e anch’io, quando voglio documentarmi su un certo argomento, spesso cerco su YouTube per vedere se c’è qualche contenuto interessante a riguardo.

Credo quindi che dei materiali video spiegati bene, ben strutturati e ottimizzati potrebbero tornare estremamente utili a studenti, docenti e anche più in generale agli adulti interessati alle tematiche trattate.

4. Con il Sole24Ore porti avanti il progetto Young Finance: di che cosa si tratta?

È un progetto per sensibilizzare studenti e giovani adulti ad alcune delle principali tematiche legate all’educazione finanziaria. In una prima fase sono stati realizzate alcune video pillole per il sito del giornale, poi un piccolo volumetto e infine un podcast, disponibile sia sul sito del Sole24Ore che su Spotify, in cui sono stati intervistati molti ospiti interessanti. Tra gli ospiti cito a titolo di esempio la professoressa Elena Beccalli, preside della facoltà di Scienze Bancarie dell’Università Cattolica, che ha fornito informazioni molto preziose.

Il responsabile del progetto è il giornalista ed esperto di finanza Marco Lo Conte e, oltre a me, collabora al progetto anche l’imprenditore tech G. Ballarani.