L’educazione finanziaria a fumetti

Luca Simonini - Padre di tre giovanissimi uomini, giornalista professionista - si occupa di economia da quando la valuta nazionale era un’altra, laureato in filosofia teoretica, ufficiale dei Carabinieri in congedo. L’anno prossimo, lo promette a sua moglie ogni capodanno, capirà cosa fare da grande. Per ora lavora tra New York e New Delhi (cioè circa a Milano) come consulente per grandi imprese e si occupa di comunicazione per organizzazioni nazionali.

 
 
1. Da dove nasce l’idea di dare vita ad un progetto editoriale sul tema dell’educazione finanziaria a fumetti?

Il fumetto e la graphic novel hanno una caratteristica unica: quella di unire due mondi, talvolta lontani, cioè il segno grafico e la parte testuale. Questo attiva altri meccanismi: la sintesi, l’interazione tra immagini e voci, l’integrazione di movimento e riflessione, gioco e profondità. Possono accadere più cose in due vignette che in cinque minuti di video (o in cinque pagine di un libro). Utilizzare uno strumento così “potente” per raccontare che cosa siano l’economia e la finanza, mi è sembrato naturale. L’educazione finanziaria dovrebbe far parte del curriculum scolastico dalle classi elementari, anche perché le tematiche non sono di per sè complesse, ma fino ad ora solo di complesso accesso: l’economia è l’insieme di regole e relazioni tra il nostro privato e il nostro pubblico, tra il nostro lavoro e l’ambiente, tra il nostro essere individui e il nostro essere cittadini. Il fumetto ha la capacità di rendere tutto questo veloce, intrigante, semplice e diretto.

2. In uno scenario come quello odierno che vede gli studenti tra i più grandi fruitori di informazioni e suggestioni provenienti dal web, qual è il valore della graphic novel intesa come strumento educativo?

Nel mondo veloce delle immagini onnipervasive, c’è il rischio che le istruzioni dell’Ikea siano già percepite come una forma di letteratura. Le difficoltà di accesso (e il deficit di attenzione) verso un testo scritto si stanno purtroppo moltiplicando. Il fumetto, la graphic novel, l’immagine che riesce a indicare oltre che a mostrare, sono strumenti di cui dobbiamo dotarci per poter interagire con le nuove generazioni. E’ un irrinunciabile atto di responsabilità adeguare il media (non i contenuti) a ciò che più avvicina ai suoi fruitori. E lo si può fare con un tratto fresco e nuovo, sempre con il nobile obiettivo di far crescere una cittadinanza partecipata e consapevole.

3. A chi si rivolge in particolare l’iniziativa e quali obiettivi si è dato?

Sono convinto che la cittadinanza sia un diritto in divenire, un diritto che muta nel tempo e un diritto sul quale abbiamo il dovere (proprio così) di lavorare, personalmente e a livello di comunità. La cittadinanza implica impegno (e fatica). Il mio obiettivo è quello di fornire uno strumento che possa attivare consapevolezza, nuove connessioni e stimoli nelle giovani generazioni, così come in chi, quelle connessioni, ha il dovere di nutrire e incoraggiare. E’ uno strumento giocoso senza essere diversivo, che aiuta ad affrontare, con calcolata leggerezza, temi che sembrano (solo a prima vista) astrusi, dal quantitative easing al mercato, dalle criptovalute alla concorrenza.