Le frontiere del Fintech

Maria-Teresa Paracampo è professore associato di Diritto dei Mercati Finanziari e dell’Innovazione Digitale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

Presso la medesima Università è titolare anche dell’insegnamento di Diritto delle Banche.

Ha svolto attività di docenza presso altre Università nell’ambito di Dottorati di Ricerca, Master universitari, Corsi di perfezionamento, Summer School, nonché presso Ordini professionali (avvocati e dottori commercialisti), associazioni di categoria del settore finanziario e società di formazione professionale.

Già componente di comitati scientifici di Master universitari di I e II livello, è altresì componente del comitato scientifico di FEduF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio), costituito dall’Associazione Bancaria Italiana, nonché del gruppo di ricerca presso l’Università di Alicante (Spagna) su “Dinero Digital y Nuevas Redes de Pagos. Aspectos Juridicos [DIDINET]”, approvato dalla Conselleria de Innovaciòn, Universidades, Ciencia y Sociedad Digital.

Autore di numerose pubblicazioni e impegnata da tempo nello studio delle problematiche giuridiche relative alla consulenza finanziaria ed alle intersezioni con il mondo assicurativo e creditizio, è stata relatore in diversi convegni, universitari e non, nazionali ed internazionali, nonché ospite in tavole rotonde organizzate da associazioni del settore finanziario.

E’ autore e curatore del primo manuale universitario dal titolo “FINTECH. Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari” (Giappichelli, 2017), seguito da una seconda edizione riveduta ed aggiornata, articolata in due volumi: uno dedicato ai profili bancari e creditizi dell’ecosistema FinTech (2019), l’altro agli aspetti finanziari e assicurativi (2021).



1. L’Italia e l’Europa. Quali affinità e differenze riscontra in tema di FinTech?

Le varie articolazioni del complesso ecosistema FinTech non hanno trovato espressione in maniera omogenea in tutti i Paesi europei, cosa che ha penalizzato per alcuni anni la creazione di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari.

Il carattere rivoluzionario di FinTech, il conseguente effetto dirompente e le esigenze di cambiamento di cui è portatore sono stati accolti con modalità e tempi diversi in ciascuno Stato membro, sia determinando velocità differenti in ambito europeo, sia accentuando il fenomeno dell’arbitraggio regolamentare verso Paesi con approcci normativi maggiormente favorevoli verso l’innovazione.

L’Italia ha iniziato a recuperare terreno solo durante la pandemia che, a causa delle prolungate misure di distanziamento fisico, paradossalmente ha svolto una funzione di detonatore rispetto ad un processo di digitalizzazione che stentava a decollare, accelerando lo sviluppo delle tecnologie ed il ricorso ai servizi finanziari digitali.

Ulteriore impulso a detto processo ed all’aumento degli investimenti in soluzioni FinTech potrà derivare dalla recente creazione di uno spazio di sperimentazione normativa – altrimenti nota come regulatory sandbox – nel quale sono testate innovazioni tecnologiche nel campo dei servizi finanziari sulla base di una costante interazione tra imprese ed Autorità di vigilanza del settore (i.e. Banca d’Italia, Consob, Ivass).

2. L’educazione finanziaria e quella digitale sono oramai due facce della stessa medaglia, è d’accordo?

In un contesto di crescente ricorso agli strumenti di finanza digitale, l’una non può prescindere dall’altra e devono procedere di pari passo al fine di generare fiducia nelle nuove tecnologie, tenendo bene a mente che l’educazione digitale trova espressione su tre versanti complementari: quale tramite di conoscenze in primis per il corretto utilizzo dei digital device, in secundis delle opportunità offerte dalla finanza digitale, infine per un consapevole ricorso ai servizi finanziari prestati con strumenti digitali.

3. Il FinTech può migliorare la cultura economica dei cittadini? Se sì, ci sono dei rischi?

FinTech si è “imposto” sul mercato, carico di promesse e di aspettative digitali verso una finanza user-friendly, in grado di favorire l’inclusione finanziaria, a condizione però di superare problematiche relative sia al digital divide o sia all’uso non responsabile della tecnologia.

In ecosistemi sempre più interconnessi il rischio maggiormente temuto attiene alle minacce informatiche e alla protezione dei dati, su cui serve maggiore consapevolezza da parte del consumatore (ma anche delle imprese) per cogliere benefici ed opportunità offerte da FinTech.

Come ho già accennato, i presupposti fondamentali per decretare il successo delle iniziative afferenti all’ambito FinTech sono rappresentati dalla fiducia e dall’educazione finanziaria/digitale, entrambi fattori trainanti per l’evoluzione tecnologica in ambito finanziario.

A tal fine le Istituzioni europee stanno intervenendo in misura crescente su entrambi i versanti indicati, onde sensibilizzare i consumatori su possibili rischi, innalzarne il livello conoscitivo, favorirne consapevolezza ed accesso agli strumenti di finanza digitale in modo responsabile.

4. In qualità di docente universitaria, come giudica l’approccio degli studenti all’uso consapevole del denaro?

Parlerei piuttosto di un approccio degli studenti all’uso (in)consapevole del denaro e, più in generale, al tema della finanza.

L’attività accademica offre diversi spunti di riflessione sugli ambiti di maggiore interesse degli studenti, sebbene con talune distinzioni di genere: le donne sono “affascinate” dalle tecnologie, ma prestano più attenzione alla conoscenza anche dei rischi che le medesime implicano; gli uomini manifestano un approccio talora meno prudente al denaro, prediligendo temi quali trading e valute virtuali, nelle quali sovente sostengono di investire piccole somme di denaro, senza però valutarne possibili conseguenze.

Ne emerge uno spaccato sui desiderata delle nuove generazioni in relazione ai quali - se non desta meraviglia il caso GameStop, oltre al crescente “peso” di fin-influencers e di social media nella considerazione dei giovani - possono trarsi elementi interessanti su cui lavorare ai fini dell’educazione finanziaria e digitale.

5. Se dovesse concentrare in una sola battuta il contenuto del volume (edito nel 2021 da Giappichelli) di cui è curatrice "FINTECH. Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari", cosa si sentirebbe di anticiparci?

Sintetizzerei il tutto in tre parole che rappresentano, al contempo, passaggi fondamentali di un processo di crescita: Conoscenza, Fiducia e Cambiamento.

Mi farebbe però piacere riproporre la dedica che ha accompagnato la prima edizione (2017) del manuale su FinTech e che, meglio di ogni parola, spero possa esprimere il significato di un percorso di conoscenza:

“Ai giovani di ieri, ai giovani di oggi, ai giovani di domani e a tutti coloro che credono nella conoscenza che rende liberi…”.

I puntini sospensivi li lascio alla libera interpretazione di chi legge!