La psicologia finanziaria

Sonia Monticelli, Psicologa Psicoterapeuta sistemico relazionale, consulente presso un consultorio con attività di consulenza e terapia individuale e familiare. Interesse ed esperienza nella progettazione di laboratori ed interventi rivolti a studenti, insegnanti e genitori in scuole di ogni ordine e grado con tematiche connesse al ciclo di vita famigliare in ottica educativa e di prevenzione.



1. Cosa si intende per “psicologia finanziaria”?

Il denaro è un bene che utilizziamo quotidianamente ma come lo utilizziamo dipende da tanti fattori di contesto. La psicologia del denaro studia come cambiano le nostre decisioni a seconda che abbiamo a che fare con denaro fisico (banconote) o elettronico, oppure come alcuni elementi alterino la nostra percezione (gratuità, sconti) o influiscano sul nostro comportamento economico (confronto sociale).

2. Se dovesse sintetizzarle in tre azioni, cosa dovrebbe fare un genitore per educare i propri figli all’uso consapevole e sostenibile del denaro?

Per prima cosa direi che è fondamentale riconoscere come l’uso consapevole del denaro può essere parte delle scelte educative di una famiglia, vincendo resistenze e pregiudizi che portano a pensare che la gestione del denaro sia solo “cosa da grandi”. Utile sarà rendere partecipi figli e figlie nelle scelte economiche famigliari, ovviamente con tematiche e linguaggi adatti ad ogni fascia di età. Lasciare loro la gestione di piccole somme di denaro introducendo la “paghetta” dalla scuola secondaria è uno strumento valido di sperimentazione e di confronto con i genitori.

3. Un argomento molto attuale in questo momento storico è la “gender pay gap”. Da cosa nasce questo fenomeno e quali strumenti si possono impiegare per la sua gestione nella direzione di una maggiore uguaglianza fra generi?

C’è indubbiamente una storia di stereotipi trasmessi da secoli che fa sì che le donne si trovino “imprigionate” nell’idea che le vede meno portate per le materie economiche e meno interessate al denaro amplificati dal pregiudizio che le stesse abbiano più a cuore la relazione e la cura che non progetti e denaro.
Investire su una corretta educazione finanziaria può essere un punto di partenza sebbene il discorso sia più complesso e parta dalle premesse educative famigliari quotidiane, in un tempo storico in cui nulla è più bianco/nero o rosa/azzurro, ma colorato da mille sfumature che prima di tutto noi adulti dobbiamo riconoscere.

4. C’è un aneddoto o un episodio legato alla sua professione, da condividere con noi, che sia di ispirazione per una “buona pratica” di educazione finanziaria?

Mi capitò tempo fa di incontrare dei genitori in difficoltà nella relazione con il figlio adolescente che non si sentiva visto e riconosciuto nella sua crescita. Con loro abbiamo condiviso l’idea che potesse gestirsi in autonomia una piccola somma di denaro e, grazie a regole condivise, gli adulti hanno provato a lasciare che il figlio sperimentasse quella sua prima autonomia e iniziasse anche attraverso il denaro il suo processo di autodeterminazione. Per i genitori la paghetta è stato uno strumento per allenarsi a riconoscere quel figlio e a fidarsi che “poteva farcela”.