Felicità nelle scelte economiche

Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico. Si occupa di felicità ed economia comportamentale e collabora con diverse testate: lavoce.info, Infodata Sole24Ore, GliStatiGenerali, Changes di Unipol. Autore di diverse pubblicazioni e del podcast Favolosa Economia (storielibere.fm).

Da economista e autore del libro “il metro della felicità”, pensa che il denaro sia ancora un elemento imprescindibile del benessere di ciascuno di noi?

Assolutamente. Tutti gli studi empirici mostrano il denaro come una componente fondamentale del benessere: il denaro è importante in sè e come strumento di accesso a molto altro (salute, istruzione, sensibilità ambientale). Gli studi sperimentali rispondono chiaramente sì alla domanda: "Il denaro è associato positivamente alla felicità?" e si preoccupano di capire più che altro il COME spendere denaro per essere più felici.

Per raggiungere la felicità a volte è utile ricevere una “spinta gentile” (cd. “nudge”). Quanto è vera questa affermazione nel caso di una scelta economica?

Lo è nella misura in cui il nudge diventa uno degli strumenti con cui un economista prova a modificare le scelte di una persona in alternativa ai tradizionali incentivi monetari (per intenderci, tassa sullo zucchero come esempio). Le spinte gentili usano pungoli comportamentali che modificano il contesto in cui prendiamo le nostre decisioni facendo saltare all’occhio in modo più immediato un’opzione ritenuta migliore: sempre con lo zucchero, cambiare l’opzione di default dei distributori automatici a 0 zucchero impatta riducendolo sul consumo di zucchero, in aggiunta ai possibili effetti, appunto, di una tassa. Un nudge ben congegnato preserva la libertà della persona di scegliere un’opzione diversa da quella "gentilmente suggerita" e si affida alla sperimentazione rigorosa da un punto di vista scientifico per valutare gli effetti di un intervento.

Cosa si sente di consigliare ad uno studente che aspira alla felicità sognando di guadagnare tantissimi soldi?

Mi sento di dare un consiglio banale: cercare di fare qualcosa che lo motivi e lo appassioni. La motivazione è un puzzle fatto di tante componenti ma, quando siamo motivati, lavoriamo spesso meglio e senza quasi avvertire la fatica. Lo scrivo perché bisogna far fatica. evidentemente, per riuscire e anche per accettare di provare diverse strade. Quindi, sbagliare e sbagliare in fretta per imboccare il percorso o i percorsi più in linea con i nostri talenti. Non avere paura di mettersi in discussione, studiare tanti metodi quantitativi (perché i numeri sono fondamentali e sempre di più lo saranno nello sviluppo delle competenze) e conservare un’affamata curiosità per tutto: letteratura, musica, sport, scienza, cucina e... esseri umani.

Può darci qualche anticipazione del nuovo progetto di educazione finanziaria a cui sta lavorando?

A dire la verità sto continuando a lavorare su un podcast, Favolosa economia, che prova a raccontare l’economia attraverso l’immaginario delle favole e che, nel 2020, probabilmente subirà qualche modifica sempre all’insegna dello storytelling divulgativo. Inoltre, sto lavorando a un libro sull’amore per l’economia che passa dalla storia di un grande economista.