Donne senza portafoglio

di Fausta Chiesa, giornalista del Corriere della Sera

1. Hai ricevuto una menzione fuori concorso nell’ambito della quinta edizione del premio Abi-Feduf-Fiaba ‘Finanza per il sociale’ per l’articolo "Donne senza portafoglio: la prigionia ’inizia’ così", pubblicato sulle pagine del settimanale ‘Buone Notizie’ del quotidiano Corriere della Sera. Perché si parla così poco in Italia del tema che hai rappresentato?

In generale la stampa affronta questo tema quando ci sono fatti di attualità e il problema della violenza economica finisce in secondo piano rispetto al fatto di cronaca. Questo accade con qualunque tipo di tema. Inoltre, è opinione comune che le donne si siano ormai tutte emancipate e che problemi come questo non esistano quasi più. Se ne parla poco perché si crede che non ci sia quasi più, in realtà non è così.

2. Come si può spiegare il fenomeno della violenza economica sulle donne?

La violenza economica si ha quando una donna non è indipendente economicamente e il compagno/marito o comunque la persona che la “mantiene” (per usare una brutta espressione) sfrutta questa dipendenza per influenzare e avere il controllo sulla donna. E‘ una forma di coercizione. Senza indipendenza economica le donne rischiano di perdere la loro libertà.

3. In qualità di donna e professionista, credi ci siano ancora dei tabù legati alla gestione del denaro al femminile?

Credo che nei confronti delle donne rimangano questo e altri tabù. Con il passare degli anni mi sto rendendo conto che molti pregiudizi negativi nei confronti delle donne siano rimasti e questo perché la cultura italiana di impronta maschilista è innata negli uomini e in parte anche nelle donne e per cambiare mentalità serve molto tempo. Non si tratta di essere “cattivi”, il “pre-giudizio” è inconsapevole e non razionale. Il maschilismo è subdolo: la diffidenza nei confronti delle donne può colpire anche chi pensa di avere un atteggiamento neutrale. Osservo, però, che i giovani si stanno liberando da questa mentalità prevenuta.

4. L’educazione finanziaria può essere uno strumento concreto per l’emancipazione delle fasce di popolazione più vulnerabili?

Sicuramente sì, perché le donne per avere l’indipendenza economica devono avere due strumenti: la volontà e la capacità. La capacità passa attraverso l’educazione.