Confrontarsi come tra adulti

Carlo Maria Palermo, è laureato in economia e commercio presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli. Promotore finanziario indipendente, è attualmente docente di economia aziendale. Inizia a lavorare come ragioniere e successivamente come formatore presso il CFP della Regione Basilicata (insegnante teorico-pratico d’informatica) in corsi per adulti. Per diversi anni lavora anche in banca e svolge la funzione di docente presso Centro di formazione di Padova e poi Treviso.

 
1. Qual è stato secondo lei l’elemento che può aver fatto la differenza rispetto a tutti gli altri partecipanti?

Gli alunni si sono allenati anche in classe e hanno sviluppato una forte competizione tra di loro, nessuno voleva fare brutta figura. Il vincitore della gara si è scusato con me, per aver sbagliato qualche risposta. Ho sempre detto che noi partecipiamo per vincere, per motivarli e stimolare le loro capacità e in alcuni casi l’inventiva. I ragazzi hanno sempre bisogno di conferme e sono lieto di mostrare le premiazioni di alcuni alunni dell’Istituto Calvi come quella al Business Game della LIUC del 2018. La cosa che mi ha più soddisfatto è che alla fine della gara tutti erano contenti.

2. Come riesce a coinvolgere i ragazzi su temi, spesso percepiti come complessi o noiosi, come l’economia e la finanza?

I ragazzi, che scelgono un indirizzo di studi economici, sono molto più curiosi e affascinati dal mondo della finanza, utilizzo spesso nel corso delle lezioni, brevi video (Come nasce una banconota di A. Angela ecc.) o siti come italiaora.org e worldometers ecc. che appassionano e stimolano i ragazzi allo studio. Collegare gli argomenti con la vita reale, disponibilità nel rispondere alle loro domande, gratificarli, seguire un metodo “formativo” alla didattica tradizionale e, infine considerarli come adulti, portano gli alunni a seguire le lezioni e ottenere ottimi risultati.

3. Che idea si è fatto del rapporto che i giovani hanno oggi con l’uso del denaro?

Noto nei ragazzi una maggiore attenzione rispetto al passato, quando facciamo un esercizio sulle entrate e uscite, si inventano tante possibili entrate (vincite al superenalotto ecc.), risultano molto attenti alle spese come se fossero soldi veri. I genitori dovrebbero ripristinare la paghetta in modo da responsabilizzarli nella gestione quotidiana. La maggior parte degli alunni non la ricevono, e dicono che quando chiedono dei soldi gli vengono dati.

4. L’emergenza sanitaria ed economica potrebbe determinare una spinta a favore di comportamenti più sostenibili e orientati al bene comune. Qual è la sua opinione in merito al ruolo della scuola in questo nuovo scenario?

A livello umano i ragazzi si sono maggiormente uniti, mi riferisco principalmente agli alunni del primo anno della scuola superiore. Li sento spesso parlare di una grande collaborazione tra di loro, con cellulari o altro. La scuola, in generale, ha messo in atto attività integrative rivolte alla sensibilizzazione dei ragazzi in vari contesti. Ritengo che una maggiore partecipazione ad attività all’esterno della scuola, visite didattiche ecc. possano contribuire a conoscere meglio la vita sociale e reale per portarli a condividere risorse comuni, e aiutare gli altri.