Ripartire da una situazione di sovraindebitamento

Paolo Fiorio, dottore di ricerca in diritto commerciale, è avvocato cassazionista del Foro di Torino. Si occupa, nelle attività professionali e scientifica, di diritto societario, bancario e dell’intermediazione finanziaria, con particolare attenzione alla tutela degli interessi collettivi dei consumatori. E’ il responsabile del servizio legale del Movimento Consumatori, coordinatore scientifico del progetto Riparto e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio sul debito privato dell’Università Cattolica.

 
 
1. E’ stato uno dei principali promotori di “RIPARTO – Percorsi di inclusione finanziaria e di accompagnamento per la gestione e soluzione delle situazioni di sovraindebitamento per la ripartenza”, il progetto avviato nel 2021 su volontà di Movimento Consumatori e ACLI per affrontare concretamente la problematica del sovraindebitamento di privati e imprese nel nostro Paese. Ci racconta quali azioni sono state messe in campo nel corso del progetto?

Il progetto Riparto ha previsto 3 distinte linee di attività: la formazione, l’attivazione di una rete di sporteli per l’offerta dei servizi di debt advice e la ricerca sul tema e sugli strumenti per affrontarlo con efficacia per la tutela dei cittadini.

La formazione ha riguardato 4 distinte categorie di soggetti: (i) i consulenti del debito che hanno operato negli sportelli Riparto ai quali sono stati offerti corsi di formazione specialistica, (ii) gli operatori sociali e del terzo settore, ai quali sono stati offerti occasioni di formazione sul sovraindebitamento, sulla consulenza del debito e sulle procedure di composizione della crisi per consentire un primo livello di formazione alle persone in difficoltà con le quali vengono quotidianamente in contatto; (iii) gli studenti universitari delle Università di Torino, di Trento, della Valle d’Aosta e della Università Cattolica i quali hanno partecipato a 6 seminari su educazione finanziaria, sovraindebitamento e finanza inclusiva; (iv) gli intermediari finanziari con particolare riferimento ai servizi di consulenza sul debito e alla valutazione del merito di credito ed alla prevenzione e gestione del sovraindebitamento.

L’attività centrale del progetto Riparto è stata poi la realizzazione della prima rete nazionale di debt-advice che ha operato con 27 sportelli territoriali diffusi su tutto il territorio ed una Help-line nazionale attiva a distanza. Le attività degli sportelli hanno riguardato l’ascolto, occasioni di educazione finanziaria, la verifica della correttezza dei debiti, la gestione di accordi stragiudiziali con i creditori e l’accompagnamento alle procedure di composizione della crisi per consentire l’esdebitazione.

Le attività di ricerca hanno invece riguardato il fenomeno del sovraindebitamento rilevato con specifici questionari diretti agli utenti degli sportelli, la diffusione dei servizi di consulenza sul debito in Italia, le principali questioni giuridiche che purtroppo ostacolano ancora un diffuso ricorso alle procedure di composizione della crisi. Le attività di ricerca coordinate dal comitato tecnico scientifico del progetto si sono chiuse con un convegno che si è tenuto presso l’Università Cattolica a Milano i cui atti sono stati raccolti in un volume multidisciplinare (Sovraindebitamento e consulenza sul debito. Un approccio multidisciplinare all’inclusione finanziaria) dal quale sono emerse diverse proposte per attuare i servizi di debt-advice in Italia e per rendere più efficiente il quadro giuridico che regola le procedure di composizione della crisi.

2. Quali obiettivi sono stati raggiunti e quali le complessità più significative riscontrate?

Il progetto ha centrato tutti gli obiettivi che prefissati. In 22 mesi di attività si sono rivolti alla help line nazionale oltre 1.727 consumatori e piccole imprese con problemi legati all’indebitamento. Gli sportelli territoriali hanno assistito 2.467 sovraindebitati, di cui 2.210 persone fisiche e 257 imprese o professionisti; 356 studenti hanno partecipato a 6 workshop universitari sui temi dell’educazione finanziaria, dei servizi di consulenza sul debito, del sovraindebitamento e della finanza sociale ed inclusiva; 530 operatori finanziari sono stati raggiunti attraverso i video podcast; 481 operatori del Terzo settore sono stati coinvolti in 38 appuntamenti di formazione base; si sono svolte 24 lezioni volte alla formazione di 103 consulenti del debito; oltre 12.000 persone sono state sensibilizzate sul tema attraverso il sito internet www.progettoriparto.it e le attività di comunicazione sui social network.

Il maggiore profilo di complessità ha riguardato l’accesso alle procedure di composizione della crisi che ha scontato non solo i tempi ristretti del progetto, ma anche ostacoli di natura economica, in quanto nella maggior parte dei casi i sovraindebitati non sono in grado di far fronte ai costi di accesso alle procedure.

3. A suo avviso quanto conta il valore del fare prevenzione?

La prevenzione è sicuramente un aspetto centrale per una gestione corretta del debito. Nella prevenzione del sovraindebitamento è necessario un ruolo attivo delle banche e degli intermediari i quali con una corretta valutazione del merito di credito del cliente possono evitare buona parte delle situazioni di sovraindebitamento. Accanto a tali presidi è comunque necessario incrementare la consapevolezza e l’educazione finanziaria dei clienti i quali troppo spesso non hanno adeguati strumenti per orientarsi nelle scelte finanziarie, aspirando a stili di vita e modelli di consumo non sostenibili.

4. Nello scenario europeo esistono dei modelli di prevenzione al sovraindebitamento a cui ispirarsi?

Dalle esperienze europee emergono molti strumenti di prevenzione che dovrebbero essere introdotti o rafforzati in Italia. Molti stati europei sanzionano più efficacemente l’erogazione del prestito irresponsabile da parte delle banche, ad esempio in Francia il giudice può eliminare gli interessi o rideterminarli. In molti Stati sono poi attivi da tempo i servizi di debt-advice che consentono ai consumatori e alle piccole imprese di avere un’assistenza professionale che spesso può consentire di prevenire o comunque di gestire le situazioni di difficoltà finanziaria.

5. Se pensa al 2030, anno di potenziale compimento dei Goal dell’Agenda ONU, quali auspici si prefigura?

L’auspicio è che l’Italia si doti, al più presto e ben prima del 2030, di una rete capillare di servizi di debt-advice che possano consentire attività di prevenzione e di gestione del sovraindebitamento quale strumento necessario per tutelare la dignità della persona e per combattere le nuove forme di povertà.