Next stop, Bruxelles!


Luigi Chiappero diplomato al liceo scientifico di Cuneo, laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Torino. Abilitato alla professione e iscritto all’albo dei Commercialisti e Revisori Contabili di Cuneo, è docente presso l’Istituto C. Denina di Saluzzo dall’A.S. 1988/89.


1. Matteo e Giovanni, due studenti della sua classe, hanno vinto l’European Money Quiz Italia 2024. Quali sono stati gli strumenti con cui è riuscito ad appassionarli alle materie economico-finanziarie?

I ragazzi erano già interessati alla materia, vista la scelta dell’indirizzo scolastico. Pur conoscendoli solo dall’inizio di questo anno scolastico ho cercato di integrare le indispensabili lezioni tradizionali con lezioni dedicate a discussioni sull’attualità economica finanziaria (variabili macro-economiche: inflazione, politiche economiche dello Stato, della BCE, ecc...).

2. Qual è il rapporto che in generale i suoi studenti hanno con il denaro?

Il rapporto con il denaro è molto eterogeneo, in relazione allo status sociale delle famiglie. Alcuni sono consapevoli di un razionale utilizzo del denaro perché stimolati dalla situazione economica delle famiglie stesse, altri con maggiori disponibilità finanziarie nonostante la giovane età sono meno attenti alla gestione del denaro che utilizzano soprattutto per affermare uno status symbol.

3. Nota delle differenze rispetto a quelli delle precedenti generazioni? Se sì, quali?

Assolutamente si, essendo insegnante di ultra trentennale esperienza ho rilevato che in queste ultime generazioni il denaro occupa mediamente un posto rilevante nella scala dei valori, rispetto agli standard di una quindicina di anni fa. Questo penso rappresenterà un grosso problema per il loro futuro sviluppo sociale culturale.

4. La recente conversione in legge del DDL Capitali porterà a scuola l’educazione finanziaria nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica. Quale impatto potrebbe generare nel lungo periodo secondo lei?

Assolutamente positivo ma dovrebbe essere introdotta anche negli istituti secondari superiori non di indirizzo economico (es. licei). Ritengo infatti che in ogni caso un diplomato del nostro istituto al termine del quinquennio sia in grado di affrontare la realtà economica che si troverà di fronte, rispetto alla maggioranza della loro generazione.