L’edufin, un passo decisivo per uscire dalla violenza economica

Elisa Chechile - Dal 1983 Infermiera volontaria della Croce Rossa, due mandati come Ispettrice Provinciale ed un mandato come commissario.
Ha partecipato alla missione di Pace in Libano ed alle esercitazioni NATO nei Corpi scelti. Ha frequentato la Scuola per Marescialli a Viterbo Missione prestando servizio presso la Croce Rossa del Sud Africa. Nel 2009 ha ispirato e fondato il Centro Antiviolenza "L’Orecchio di Venere" iscritto all’Albo Regionale dei Centri Antiviolenza del Piemonte all’interno del quale nel 2018 ha avviato il Progetto "Umano" rivolto all’accoglienza di Uomini Autori di violenza. Nel 2021 ha aperto la Casa Segreta collegata al Centro. Attualmente è Referente del Centro Antiviolenza, delegata di inclusione sociale e welfare di comunità per il Comitato di Asti della Croce Rossa e membro del gruppo di lavoro sulla violenza di genere per il Comitato Nazional Croce Rossa di Roma.

 
 
1. Cosa si intende per “violenza economica” e qual è lo scenario di questo fenomeno nel nostro Paese?

Per violenza economica si intendono azioni atte a ridurre la possibilità di autonomia attraverso il controllo del denaro creando dipendenza (cd. morosità inconsapevole). Il problema è rilevante nel nostro paese. Abbiamo incontrato donne che non conoscevano neanche il costo degli alimenti più basilari come pane e latte. Non avevano idea del valore del denaro nel nostro paese ma continuavano a farne un’approssimazione con la loro moneta.

2. Di cosa si occupa lo sportello antiviolenza l’orecchio di Venere e quali obiettivi si propone?

Il Centro si occupa di violenza domestica fornendo uno spazio di ascolto, accompagnamento, orientamento sul territorio, consulenza legale, counseling e consulenza Sanitaria. Il centro antiviolenza può mettere in protezione una donna ed i suoi figli dopo una denuncia, su richiesta delle Forze dell’Ordine o della Rete afferente. L’obiettivo immediato è di far sentire le donne al sicuro e dare una prospettiva temporale di uscita dalla violenza con l’obiettivo a lungo termine di riuscire a modificare la cultura ed i paradigmi per evitare che la violenza si manifesti.

3. Come ci si può rivolgere al vostro sportello antiviolenza?

Ci si può rivolgere al Centro attraverso un appuntamento telefonico al numero fisso 0141 090009 nei giorni di apertura oppure per casi urgenti al cellulare attivo 24/24 ore 3669287198, collegato al 1522, numero nazionale antiviolenza. Si può scrivere una mail alla posta elettronica centroascolto@criasti.it. Il centro antiviolenza ha due sportelli collegati, uno nel Comune di Asti "Anna C.", uno sportello presso la Croce Rossa di Monastero Bormida, "La Stanza del Tempo Perduto".

4. Alla luce della sua esperienza, qual è la prima azione che le donne che si ritrovano in una situazione di difficoltà dovrebbero mettere in atto?

Dalla mia esperienza, una donna che si trova in difficoltà deve creare un’alleanza con una persona di fiducia, deve rendersi conto a che punto è la sua situazione di violenza domestica e prestare particolare attenzione ai figli se presenti (cd. "vittime di violenza assistita"). Questi ultimi possono introiettare lo stile comunicativo violento e da adulti replicarlo nelle relazioni affettive o come maltrattante o come vittima (cd. "coazione a ripetere"). Deve quindi cercare aiuto ed essere consapevole che le parole dette dal maltrattante non corrispondono alla verità.

5. Quanto conta la prevenzione attraverso l’incentivazione della diffusione dell’educazione finanziaria?

La diffusione dell’educazione finanziaria è un passo fondamentale per la fuoriuscita dalla violenza. Le donne che possono accedere anche solo al reddito di libertà o all’assegno unico per i figli acquistano maggiore fiducia in loro stesse. Abbiamo incontrato donne che non avevano idea di cosa fosse un conto bancario o postale. Ma anche solo il possesso di una piccola tesserina, le ha spinte a fare un bilancio delle proprie competenze.