La felicità fa i soldi

Ilaria Marchioni, Coach PCC ICF, trainer, ex dirigente bancaria con esperienza in HR, Change Management e Diversity & Inclusion, si occupa di crescita personale e di sviluppo del potenziale umano, con l’obiettivo di aiutare le persone ad essere la propria migliore versione e ad aumentare la qualità della propria vita.

 
 
1. Money Tutoring” è il programma realizzato nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra la FEduF e l’Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Italy ONLUS (RFK Italia) con l’obiettivo di collaborare alla diffusione dell’educazione finanziaria quale elemento imprescindibile per un pieno sviluppo umano e sociale di ogni persona. Può raccontarci la sua esperienza in qualità di coach di migranti e giovani con difficoltà famigliari e relazionali?

Quando FEduF mi ha proposto ti intervenire come coach nel progetto di educazione finanziaria ai migranti mi si sono illuminati gli occhi, perché per anni ho svolto la professione di coach all’interno di uno dei maggiori gruppi bancari italiani, quindi mi è sembrata davvero un’opportunità per mettere a disposizione la mia esperienza in entrambi i campi. L’esperienza che ho vissuto è stata davvero molto coinvolgente, perché mi sono confrontata con persone di diverse culture, che hanno diverse esperienze, diverse credenze e diversi condizionamenti relativi al denaro, che possono essere alla base della corretta (o ahimè scorretta) educazione finanziaria, e che permettono loro di utilizzare o meno i numerosi strumenti che gli istituti bancari mettono a disposizione per le loro esigenze. Confrontarmi con modalità così diverse di intendere il denaro, il risparmio, la pianificazione è stato davvero molto sfidante.

2. Coaching ed educazione finanziaria di base. Come si abbinano questi due momenti didattici così apparentemente distanti tra loro?

Come hai giustamente detto sono strumenti che appaiono distanti, ma che invece sono assolutamente legati l’uno all’altro. Il programma MyTutoring prevedeva infatti il mio intervento di coaching prima degli interventi di educazione finanziaria vera e propria, e aveva l’obiettivo di aiutare le persone coinvolte a esplorare il proprio rapporto con il denaro, portare a galla eventuali resistenze (culturali, familiari, sociali…) ed eventualmente scioglierle grazie al mio aiuto come coach. Una volta sciolte le resistenze, la formazione relativa all’educazione finanziaria ha potuto farsi breccia molto più agevolmente nelle menti e nei comportamenti di chi ascoltava. Se avessimo erogato un modulo di educazione finanziaria a persone che hanno forti resistenze (spesso inconsce) nell’ottenere denaro, utilizzarlo ed eventualmente risparmiarlo, probabilmente non avrebbe avuto lo stesso risultato che invece ha avuto nel progetto My Tutoring. Le persone coinvolte erano tutte molto entusiaste, ho avuto la sensazione di star partecipando a un progetto che poteva incidere davvero positivamente sulla vita di persone in difficoltà, e questa è una delle cose più belle che ritrovo nel mio lavoro.

3. Se dovesse fare un primo bilancio del progetto, cosa ci segnalerebbe?

E’ stato molto bello vedere tutte le persone coinvolte mettersi in gioco per ‘stanare’ le proprie credenze disfunzionali relative al denaro e applicarsi nello svolgimento degli esercizi che proponevo. Hanno anche tratto del valore dal confronto reciproco, che ha permesso loro di allargare le proprie prospettive anche con l’ascolto delle storie di persone che venivano da altre culture e altre esperienze. Ascoltare le loro storie e il loro rapporto con il denaro ha aiutato anche me, quindi sicuramente è stato un progetto che ha migliorato la vita di chiunque vi abbia partecipato.

4. Nei suoi volumi “Il Prezzo del tempo” e “La tua traccia - Dieci passi per essere felici” ci svela le trappole temporali in cui cadiamo inconsciamente e in cui restiamo incastrati e dieci pensieri nuovi per cambiare la percezione del nostro vissuto. C’è un fil rouge che collega queste riflessioni all’uso che facciamo del nostro denaro? 

Assolutamente sì. Certamente i soldi non fanno la felicità, questo lo sappiamo bene, e nemmeno ci permettono di ‘comprare’ la salute quando non ne abbiamo più, o l’affetto delle persone che ci circondano. Ma al contempo sono sicuramente uno strumento fondamentale per incrementare la propria qualità di vita, perché se siamo in una condizione di ristrettezza finanziaria ogni cosa diventa un problema che ci toglie il sonno, e magari non riusciamo a dedicare tempo alle cose che ci rendono felici o che riteniamo davvero importanti nella vita, o a investire denaro nella prevenzione o cura medica di cui eventualmente abbiamo bisogno. In questo senso, come scrivo nei miei libri, il denaro è uno strumento, un veicolo che ci permette di dedicare tempo a noi stessi/e, alle nostre passioni e ai nostri cari, aspetti fondamentali per vivere una vita felice e appagante. Spesso mi piace dire che ‘la felicità fa i soldi’, perché una persona soddisfatta, gioiosa, in pace con sé stessa e con il mondo è sicuramente più disponibile e aperta a vedere e cogliere le opportunità che le si prospettano sul suo cammino, anche dal punto di vista economico / finanziario. Se siamo costantemente nella preoccupazione di come fare ad arrivare a fine mese, o come fare fronte anche al più piccolo imprevisto, probabilmente tutto il nostro tempo sarà dedicato a quello, e anche il nostro livello medio di felicità ne risentirà, con ovvie ripercussioni sulla quantità e qualità di opportunità che ci si prospettano nella vita. Per questo credo che il denaro sia davvero uno strumento che può aiutare le persone a vivere più felici e a dedicare il proprio tempo alle cose belle della vita, per sé e per le altre persone.