Il reddito negato alle donne


Micol Maccario: Laureata in lettere e in giornalismo e comunicazione multimediale. Frequenta la scuola di giornalismo Giorgio Bocca di Torino, collabora con il quotidiano Domani.

 


Alberto Santonocito: Laureato in scienze politiche, frequenta la scuola di giornalismo Giorgio Bocca di Torino. Appassionato di radio e social, sperimenta e immagina sempre nuovi format.

 

1. Con l’articolo ’Il reddito negato alle donne’ pubblicato su Futura News Magazine avete vinto il Premio Fiaba 2023, il concorso giornalistico dedicato al tema dell’educazione finanziaria come strumento di inclusione sociale promosso da ABI, FEduF e Fiaba con il patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. In che modo la prevenzione alla violenza economica può diventare una leva per l’autodeterminazione e la parità di genere?

L’autodeterminazione e il raggiungimento della parità di genere passano anche dall’amministrazione consapevole del proprio denaro. In questo senso l’educazione finanziaria insegnata fin dai primi anni gioca un ruolo fondamentale. È proprio in ambito familiare e scolastico che si apprendono modelli, si interiorizzano e poi si ripropongono in altri contesti. I soldi, inoltre, sono uno strumento di libertà, permettono di prendere scelte, di essere indipendenti e di uscire da eventuali situazioni di violenza. Per questo motivo imparare a gestire il denaro può essere una leva per l’autodeterminazione, tanto per le donne quanto per gli uomini.

2. In che misura l’educazione finanziaria può essere nel nostro Paese uno strumento per favorire percorsi di crescita sostenibili?

Sostenibilità può sembrare un concetto semplice, ma è l’attuazione a risultare più complicata. In diversi momenti della vita scolastica e accademica si riprendono argomenti già affrontati e li si approfondisce. Se all’inizio va bene dire che dalla A si arriva alla Z, poi si rende necessario che nel mezzo ci siano B, C, D etc etc. Fino allo scorso millennio un’impresa per ottenere la Z, produrre utili, si concentrava banalmente sull’abbassare i costi. Oggi questo non basta più, sono subentrare le altre lettere e tra queste vi è la crescita sostenibile. L’educazione su questo argomento non può essere presente soltanto all’università, va introdotta prima. Come già detto durante la premiazione, si parte sempre dall’educazione e dalla cultura. Insieme alle nozioni di obbligazioni e credito va aggiunta quella della sostenibilità, collegata senza alcun dubbio ad ogni aspetto dell’economia contemporanea.

3. Per favorire la consapevolezza anche rispetto alle proprie scelte in ambito economico, che ruolo gioca l’inclusività del linguaggio?

Il linguaggio è lo strumento attraverso cui noi immaginiamo e descriviamo ciò che ci circonda, ma è anche un mezzo che permette di costruire nuove realtà. Un mondo che parla unicamente il linguaggio maschile escluderà di conseguenza tutte le altre soggettività, che non si sentiranno rappresentate, coinvolte e in molti casi autorizzate a partecipare a quel mondo. Le parole sono uno dei mezzi più potenti che abbiamo, usarle con consapevolezza per rappresentare più visioni possibili è uno dei primi passi per garantire a chiunque di sentirsi parte di qualcosa.

4. Il concorso che vede la collaborazione anche dell’ASviS, del CeRP-Fondazione Collegio Carlo Alberto, di Fondazione Sodalitas, di Avvenire e di Bancaforte, richiama un paradigma di grandi sinergie per raggiungere l’ambizioso obiettivo della parità di genere. Perché il reddito un giorno non sia più negato alle donne, su quali leve si deve ancora lavorare?

Anche qui subentra l’educazione, in maniera più ampia e generale. Va insegnato agli uomini a rispettare e a riconoscere l’emancipazione e l’indipendenza femminile. Alcune donne invece dovrebbero smettere di considerare l’economia come un argomento troppo complesso, così da non dovere fare affidamento su qualcun altro. E’ tutta una questione di cultura. Va chiesto un passo in più agli uomini certamente, la violenza economica ha tante sfaccettature e non limitata alla dimensione di coppia. Il reddito viene negato in casa e viene negato sul luogo di lavoro. Certe situazioni possono essere risolte attraverso l’educazione e la decostruzione.