Il Gender gap nelle competenze finanziarie

Emanuela Rinaldi, MSc, PhD. Professoressa Associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca. Si occupa da anni di ricerche sulla cultura finanziaria degli italiani, in particolare dei giovani, dei bambini e di differenze di genere. È Responsabile Scientifico del progetto ‘Obiettivo EFFE. Empowerment femminile per un Futuro più Equo’ e del primo campo estivo di educazione finanziaria e all’imprenditorialità per ragazze adolescenti, è membro del Comitato Direttivo di diversi enti, tra cui RN-N10 Sociology of Education dell’European Sociological Association, Associazione Europea per l’Educazione Economica. E’ Direttrice dell’Osservatorio Nazionale di Educazione Economico Finanziaria. È consulente per progetti di educazione finanziaria e assicurativa per realtà pubbliche, private e del terzo settore. Tra le sue pubblicazioni divulgative: La paghetta perfetta: come educare i figli all’uso del denaro su basi scientifiche (Il Sole24Ore, 2022).

 

Marcolina Sguotti, Project coach di Obiettivo EFFE, sociologa, trainer e career coach professionista. Dal 2003 si occupa di formazione nell’ambito dell’intelligenza emotiva, leadership, comunicazione efficace, teamwork training, giovani e job placement, ideando e erogando percorsi di formazione per istituzioni pubbliche e aziende. Attualmente svolge attività di ricerca presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca e in passato ha svolto attività di docenza e di ricerca presso la Libera Università Iulm di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Allena la felicità (FrancoAngeli Editore, 2015).

 

1. Nel suo ultimo volume “La paghetta perfetta. Come educare i figli all’uso del denaro su basi scientifiche”, guidata dalle domande più ricorrenti, poste a Debora Rosciani e Mauro Meazza dagli ascoltatori di Due di denari, lei risponde a dubbi e curiosità sul denaro come mediatore dei rapporti familiari, basandosi sulla sintesi delle principali ricerche sui processi di educazione finanziaria. Tirando le fila dei numerosi insegnamenti, esiste una regola d’oro per educare i figli alla gestione consapevole del denaro?

E. R.: Sì, non è tanto una regola d’oro ma è un risultato costante di molte ricerche scientifiche: per migliorare le competenze finanziarie dei figli bisogna insegnare loro la matematica di base, a tenere un budget e a renderli progressivamente autonomi nel guadagnare del denaro, più che nel spenderlo. Insegnare a guadagnare autonomamente sin durante l’infanzia o l’adolescenza è piuttosto comune in alcuni Paesi, come quelli a matrice religiosa protestante, pensiamo ai fumetti in cui i bambini vendono il succo di limone nella strada antistante casa - ma meno in Italia.

2. Nella copertina del volume è stato scelto il volto di una bambina. Quali sono le principali differenze tra l’educazione finanziaria rivolta ai figli maschi e quella rivolta alle figlie femmine nel nostro Paese?

E. R.: Partiamo da un risultato ahimè riscontrato da numerosi studi: le ragazze in Italia a 15 anni hanno meno competenze finanziarie rispetto ai coetanei maschi. Questo non è stato riscontrato in altri Paesi come la Spagna o la Finlandia o il Belgio. E sembra essere legato a una matrice culturale che porta le bambine a interessarsi meno del denaro rispetto ai maschi. Non solo: i genitori danno più soldi come paghetta ai figli maschi, sono più propensi a far fare primi lavoretti o a mandarli a lavorare dopo i 16 anni, rispetto alle femmine.

3. Insieme ad un gruppo di docenti del Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’economia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca siete tra le promotrici di “EFFE Summer Camp”, il campo estivo di educazione finanziaria e all’imprenditorialità per ragazze adolescenti sviluppato nell’ambito di “Obiettivo EFFE Progetto di Empowering Femminile per un Futuro più Equo”, l’iniziativa multidisciplinare di formazione dedicata all’empowerment femminile in Italia. Da quale idea è nato il progetto e quali obiettivi vi siete date?

E. R. e M. S.: Il progetto è nato dal desiderio di ridurre il divario nel gender gap nelle competenze finanziarie delle ragazze in Italia, prima che diventi ancora più ampio durante l’età adulta. Inoltre, il nostro summer camp di educazione finanziaria è la prima esperienza di questo tipo in Italia, peraltro interamente gratuita, per ragazze, mentre in altri paesi quali USA o UK sono iniziative già consolidate. Gli obiettivi che si prefigge sono quattro: aumentare le competenze finanziarie delle ragazze, aumentare il loro interesse verso la finanza e verso l’economia di impresa, e infine vogliamo sviluppare la competenza imprenditoriale delle ragazze, una competenza che non è fondamentale solo per chi fa l’imprenditore, ma per tutti in quanto si riferisce alla creatività, al pensiero critico e alla capacità di agire sulla risoluzione dei problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza nonché di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire altri progetti che hanno un valore culturale, sociale e finanziario.

4. Il campo sarà abbinato a una ricerca articolata in due studi, uno scientifico su conoscenze, atteggiamenti e aspirazioni economiche delle ragazze partecipanti e l’altro di monitoraggio sugli impatti, i punti di critici e di forza del progetto. Quali sono i risultati principali della ricerca che avete svolto per progettare il campo estivo?

E. R. e M. S.: Dalla ricerca quali-quantitativa che abbiamo condotto su 502 adolescenti delle scuole lombarde tra ottobre e novembre 2023, tutti nati tra il 2005 e il 2007, è emerso un marcato divario tra la percentuale di maschi che ha preso in considerazione l’idea di fare l’imprenditore rispetto alle coetanee: 61% vs 40%. Un altro dato interessante sono le fonti di ispirazione che sono in prevalenza imprenditori maschi per entrambi i generi: le ragazze che hanno qualche modello femminile (come Miuccia Prada, Chiara Ferragni, Marina Salamon, Martina Strazzer) non sono molte. Da evidenziare, inoltre, che le ragazze confidano di avere più paura di fallire (46,6% vs 42%). Anche la paura di avere una scarsa disponibilità economica per avviare un’impresa è prevalente nelle ragazze rispetto ai loro coetanei (32,8% vs 22,2%). Anche questi saranno temi che verranno trattati nel camp in questa prima edizione pilota o nelle prossime. Per ulteriori informazioni: obiettivof@unimib.it