Coinvolgere i figli nelle decisioni economiche famigliari

Antonella Marchetti, PO Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione - Facoltà di Scienze della Formazione – e Direttore Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica, Milano. Responsabile Unità di Ricerca Teoria della Mente e Coordinatore della Scuola di Dottorato “Scienze della Persona e della Formazione”. Referente area psicologica Facoltà in Scienze della Formazione e membro del Comitato tecnico del Corso di Laurea Magistrale Interfacoltà in "Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate". Membro Consiglio Direttivo Centro di Ricerche sull’Orientamento e lo Sviluppo Socioprofessionale, Centro Studi sulla Disabilità e Marginalità e International Research Center for Cognitive Applied Neuroscience. Iscritta all’OPL e abilitata alla psicoterapia.
Argomenti di ricerca: ToM nello sviluppo tipico e atipico nel life-span, con particoalre riferimento a interazioni uomo-robot e Intelligenza Artificiale; ToM nelle malattie neurodegenerative, nel decision-making, nel giudizio estetico e nell’argomentazione, nell’ironia, nel legame con fiducia e attaccamento. Membro Comitato Scientifico Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio. Coordinatore regionale per l’Italia e membro del Comitato Esecutivo di ISSBD. È membro dell’Ethics Advisory Board dell’Horizon2020 SOLARIS. È stato membro del Comitato Esecutivo e Coordinatore della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione e Segretario e Vicepresidente di AIP. Co-direttore della collana in “Psicologia dell’educazione. Sviluppo e processi educativi”, Raffaello Cortina Editore, Milano, membro del Comitato Scientifico della collana “Psicologia della disabilità e dei disturbi dello sviluppo”, Franco Angeli, Milano. È co-direttore della rivista "Ricerche di Psicologia" e membro dell’Editorial Board di Scientific Reports, European Journal of Psychology of Education e Cognitive Computation and Systems. È nel Collegio dei Docenti del Dottorato di Interesse Nazionale in “Robotics and Intelligent Machine”.
 


1. Uso consapevole del denaro in famiglia. In che modo e a quale età è opportuno iniziare a parlare di denaro ai propri figli?

I bambini vivono, come noi, in un mondo dove il denaro è importante e hanno modo di farne esperienza fin da piccoli, per questo non vi è un’età specifica prima della quale non ha senso introdurre l’argomento (Valle et al., 2020). Occorre tuttavia tenere presente il livello di sviluppo dei bambini per identificare il giusto approccio al tema: fino agli otto anni circa, i bambini ragionano in modo piuttosto concreto, quindi hanno bisogno di vedere e toccare il denaro e di assistere fisicamente a una transazione per poterla comprendere. Fino a quando acquisiranno le prime competenze matematiche, i più piccoli possono iniziare a comprendere il ruolo del denaro nella società, il valore che esso ricopre all’interno della famiglia, il suo scopo e la sua provenienza, attraverso sia insegnamenti diretti, sia l’esempio da parte degli adulti. A partire dalla scuola primaria, con l’avvento delle prime nozioni matematiche la comparsa dei precursori del ragionamento astratto, è possibile insegnare loro i primi rudimenti dell’economia, il calcolo del “resto” e, in generale, l’applicazione della matematica a concetti economici più complessi.

2. Educazione economica e differenze di genere. Quali sono gli stereotipi più ricorrenti nel nostro Paese e quali comportamenti disfunzionali generano da adulti?

Sebbene la situazione stia progressivamente migliorando, l’ambito economico risente ancora fortemente di stereotipi relativi al genere. Questi non si manifestano unicamente nell’ambito strettamente economico, ma si evidenziano già nella scuola, poiché molti ancora ritengono che le materie STEM siano più consone ai maschi piuttosto che alle femmine. Queste ultime sono considerate generalmente meno capaci anche di comprendere concetti economici e di agire di conseguenza comportamenti adeguati: per esempio, possono essere considerate meno capaci di amministrare la paghetta e più inclini a spendere soldi in oggetti futili. Considerare le bambine meno capaci di gestire il denaro rispetto ai loro coetanei maschi comporta che gli adulti di riferimento, dai genitori agli insegnanti, investano meno su di un’educazione economica per le femmine, togliendo loro la possibilità di diventare donne economicamente indipendenti e di maturare le capacità necessarie per gestire le proprie finanze (Marchetti et al., 2020; 2021).

3. Quale è la percezione dei genitori rispetto all’educazione economica a diverse età?

In una recente ricerca svolta in collaborazione con Feduf, Nexi e Doxa abbiamo indagato cosa pensano i genitori di bambini dai 6 ai 14 anni rispetto all’educazione economica. La maggioranza di loro ritiene importante educare i propri figli alla gestione del denaro, in particolar modo nella fascia di età 11-14 anni, ma trova difficoltà nell’individuare la corretta modalità per farlo. I genitori dei bambini più piccoli (6-10 anni) temono che i figli possano non capire i concetti economici e non essere interessati a essi, mentre i genitori dei più grandi faticano a identificare un efficace approccio comunicativo. I genitori di tutti i bambini ritengono, inoltre, che uno degli scopi principali dell’educazione economica sia l’educazione al risparmio, cui affiancano l’insegnamento dei principi legati all’economia circolare; i genitori dei più grandi, inoltre, vorrebbero aiutare i ragazzi a prendere decisioni responsabili dal punto di vista sociale e ambientale.

4. Le ricerche confermano che nel nostro Paese gli adolescenti sono molto poco informati e competenti sui temi economico-finanziari e questo si riflette inevitabilmente sulle loro capacità di gestione finanziaria nel presente e nel futuro. Quali interventi si rendono urgenti e necessari per la crescita dell’educazione finanziaria degli italiani?

La letteratura evidenzia come sia importante agire in molteplici contesti, in particolare quello familiare e quello scolastico. Per quanto riguarda le famiglie, è necessario sensibilizzare i genitori sull’importanza di parlare del denaro e di coinvolgere i figli in alcune decisioni economiche in modo tale che possano imparare affiancando i genitori nelle scelte quotidiane. Rispetto alla scuola, sono molti gli interventi a sostegno dello sviluppo dell’alfabetizzazione economica, alcuni adatti già per bambini di scuola primaria (per esempio, vedi Lombardi et al., 2021). Tuttavia, finché tali interventi saranno introdotti solo in alcune scuole particolarmente sensibili al tema, difficilmente potranno risultare efficaci per tutta la popolazione. E’ dunque da vedersi con favore l’attuale orientamento a rendere l’educazione economica parte della formazione curricolare, in modo tale che tutti i bambini e i ragazzi possano prendere dimestichezza con le basi dell’economia fin dagli inizi della scolarizzazione.


 
 
Riferimenti bibliografici

Lombardi, E., Valle, A., Rinaldi, T., Massaro, D. & Marchetti, A. (2021). Learning to wait and be altruistic: testing a conversational training in economic education for primary school children. Europe’s Journal of Psychology, 17(4), 306-318

Marchetti, A., Rinaldi, T., Rivelli, M., & Valle, A. (a cura di) (2020). Educazione finanziaria: Io la insegno! Proposte e strumenti per educare i bambini alla cittadinanza economica responsabile e consapevole. Edizioni dEste, Firenze

Marchetti, A., Rinaldi, T., Lombardi, E., Massaro, D., Valle, A. (2021). Learning to wait, be altruistic, and fair: a primary school training in economic education. In (Eds) Viale, R., Filotto, U., Alemanni, B., Mousavi, S. (2021). Financial Education and Risk Literacy, Behavioural Financial Regulation and Policy (BEFAIRLY) series, Edward Elgar Publishing, Cheltenham, UK pag. 112-122

Valle, A., Rinaldi, T., Lombardi, E., Massaro, D., Marchetti, A. (2020). Lo sviluppo delle competenze sociali e l’educazione economica e finanziaria: spunti di riflessione per nuovi programmi di intervento. In Refrigeri, L., Rinaldi, E.E., Moiso, V. (a cura di) (2020). Scenari ed esperienze di educazione finanziaria. Risultati dell’indagine nazionale ONEEF e riflessioni multidisciplinari, Pensa Multimedia, Lecce, pag. 61-80