Tra sogni di vita e consapevolezza

Alma Foti, responsabile dell’area Educazione finanziaria e Rapporti con i Risparmiatori di Anasf. Laureata all’Università Cattolica in Economia e Commercio, dal 1991 svolge l’attività di consulente finanziario. Ha operato per Finanza & Futuro Sim e dal 1993 fino al marzo del 2009 per Azimut Consulenza Sim. Attualmente è una private banker di Fideuram. Dal 2006 al 2010 ha ricoperto il ruolo di Coordinatrice regionale della Lombardia. Eletta per la prima volta in Consiglio Nazionale nel 2011.

Del triste primato italiano in tema di alfabetizzazione finanziaria se ne sta finalmente prendendo atto e da questa considerazione sono nati infatti molti progetti dedicati all’Educazione Finanziaria da parte di diversi enti erogatori.

Ma qual è il modo per fare una buona Educazione Finanziaria?

È fondamentale per un risparmiatore, prima di prendere qualunque decisione in campo finanziario, avere la consapevolezza su ciò che sta realmente sottoscrivendo e dei rischi relativi.

Prima ancora della conoscenza dei singoli strumenti, è importantissimo quindi “conoscersi”, sapere in che direzione si vuole andare, ovvero i propri obiettivi con le rispettive priorità, l’orizzonte temporale e la propria tolleranza alle oscillazioni del mercato.

Sono aspetti tutt’altro che semplici, a volte la percezione è diversa dalla realtà e spesso specifici momenti di mercato influenzano enormemente le proprie percezioni.

Se alla base di tutto c’è quindi la necessità di una buona Pianificazione, altresì fondamentale è il ruolo del professionista che guida e supporta il risparmiatore nelle sue decisioni in campo finanziario. Il Consulente Finanziario è proprio colui che ben si identifica in questo ed il suo operato ha in questo senso anche una funzione sociale. Di contro un risparmiatore “educato e consapevole” sarà sicuramente in grado anche di valutare e scegliere il consulente finanziario adatto ad affiancarlo nel suo “percorso” di investimento.

Oltre all’importanza di una buona Pianificazione, è bene sapere che esistono “trappole” in cui è facile cadere quando si deve prendere o si è già effettuata una scelta di investimento. La Finanza Comportamentale si interessa proprio di questo, studiando la psicologia cognitiva nel processo decisionale.

Sicuramente più cultura e “consapevolezza” finanziaria avrebbero sicuramente evitato alcune brutte sorprese ai risparmiatori, che convinti di aver sottoscritto qualcosa di sicuro si sono poi ritrovati con pugno di mosche in mano.

Farsi guidare dalla performance di un prodotto (che generalmente è soltanto storica) è umano ma è davvero un grossissimo errore, se non si è consci del significato di quel rendimento, che è sicuramente associato ad un rischio e spesso anche ad un vincolo di disponibilità.

L’obiettivo, in primis degli operatori del settore, è rendere sereno il passaggio dal ruolo di risparmiatore a quello di investitore, sentendosi dunque responsabili della diffusione di cultura a supporto delle scelte dei clienti. Solo una maggiore consapevolezza in campo finanziario consentirà loro di avvicinarsi sempre di più al raggiungimento dei propri sogni di vita.