Paola Cirilli

Laureata in Sociologia e Valutazione delle Politiche Pubbliche, dopo aver lavorato per alcuni istituti di ricerca italiani, ha maturato un’esperienza a Bruxelles presso la DG Research della Commissione Europea in seguito alla quale è divenuta consulente per la valutazione delle politiche per istituzioni comunitarie e nazionali. Si è occupata di valutare, riforme, politiche pubbliche e performance di enti pubblici e PA ed è un’esperta di metodologia della ricerca. Nel frattempo, diviene socia di una società di consulenza politica specializzandosi nella valutazione di impatto delle politiche.
Nel 2013 torna a vivere a Trani (sua città natale), per lavoro fa la spola tra Trani e Roma, e si divide tra il lavoro e la famiglia. È mamma di due bambine (Vittoria e Ludovica).
Nel 2018, dopo 3 anni di studio e di progettazione, insieme ad un’amica, fonda il MAMAMU, il primo Museo dei Bambini della Puglia.
Da una parte ci sono le esperienze fatte in Italia e all’estero, dall’altra un territorio in cui sentiva il bisogno di travasare qualcosa di innovativo per i più piccoli.
Il MAMAMU nasce dal desiderio di voler creare un’occasione di apprendimento informale in cui le sue figlie e tutti gli altri bambini possano scoprire quello che imparano, perché non c’è apprendimento senza stupore.
 

1. Con la nascita di un figlio cambia tutto. Abitudini ma anche mille concetti da trasmettere per orientarlo al meglio nella crescita. Cosa fai per spiegargli il valore del denaro?

Premetto che non è semplice! Io ho due figlie di 2 e 4 anni, la mia vita è stata completamente stravolta in pochi anni e sento di avere una grossa responsabilità nei loro confronti. Cerco quotidianamente di trasmettere loro i valori in cui credo: la famiglia, l’amicizia, il rispetto delle persone e delle cose. E proprio per quanto riguarda il rispetto delle cose cerco di far capire l’importanza dei soldi e del risparmio direttamente “sul campo”: andando a fare la spesa e nominando i prezzi dei prodotti, quando andiamo a comprare un gelato, e soprattutto cerco di fare questo quando andiamo a comprare giochi e/o abbigliamento. Ovviamente in questo caso è più difficile, sembra che queste cose non abbiano prezzo. Sottolineo sempre l’importanza del mio lavoro e di quello di mio marito e della fatica che facciamo per comprare tutto quello che ci serve, e soprattutto tutto quello hanno dal cibo ai giochi, ai libri e ai vestiti in modo che possano capire i sacrifici che ci sono dietro ogni cosa acquistata.
Sono bambini abituati ad avere davvero tutto, e desiderano “cose non necessarie” e per questo è importante trasmettere l’importanza del lavoro e del risparmio.

2. Un museo dedicato ai bambini: splendida idea imprenditoriale! Quali attività intendi promuovere?

Il MAMAMU nasce con l’intento di diffondere l’apprendimento non formale, un approccio diverso alla cultura e al gioco. Lo scopo del MAMAMU è fare in modo che i bambini e i ragazzi possano sperimentare, conoscere e imparare attraverso il gioco e l’esperienza diretta.
Per questo le nostre attività spaziano su diversi temi: ci occupiamo di arte, scienza, astronomia, linguaggio, economia, letteratura.

3. Qual è la differenza tra una ludoteca e un museo per bambini?

Io e la vicepresidente Marzia Ferrara abbiamo coraggiosamente investito in questo progetto perché siamo mamme e, da mamme, crediamo che i bambini, tutti i bambini, debbano avere accesso a spazi che, senza diventare delle “semplici” ludoteche, diano loro la possibilità di giocare, fare, pensare, crescere, emozionarsi, divertirsi, toccare, annusare, ascoltare.
Al MAMAMU chiediamo che i genitori partecipino insieme ai loro figli alle nostre attività, proprio perché è insieme che si scopre, si impara e ci si diverte.
Un museo rispetto ad una ludoteca offre un intrattenimento più complesso facendosi carico di non farlo diventare noioso e poco incisivo.

4. La paghetta: sì o no?

Assolutamente sì. È un modo per responsabilizzare i propri figli all’uso consapevole del denaro e soprattutto si dà loro la possibilità di rafforzare la “capacità di controllo”.