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Ha pubblicato, con Luca Mercadante, Nata per te. Storia di Alba raccontata tra noi, Einaudi Stile Libero (2018), Con Patrizia Rinaldi, Vi Stupiremo con difetti speciali, Giunti (2019).
1. Hai fondato l’associazione “A Ruota Libera”, sei scrittore e papà: il nostro interlocutore ideale! Partiamo da “A Ruota Libera”. Tra le attività previste per favorire l’inserimento sociale e lavorativo dei ragazzi affetti da disabilità, c’è anche l’educazione finanziaria?
Assolutamente sì! Noi cerchiamo di dare ai ragazzi tanti strumenti per vivere in autonomia e soprattutto per essere consapevoli del mondo di cui fanno parte. Spesso facciamo delle simulazioni, diamo loro un piccolo budget ed una lista di cose da comprare, in autonomia li lasciamo in un market e poi vediamo alla fine cosa sono riusciti a prendere con il budget e quello che la lista prevedeva. E’ molto interessante assistere alle loro discussioni sugli acquisti.
2. Come intendi spiegare il valore del denaro a tua figlia e a quale età pensi sia giusto farlo?
Da subito! Già se maltratta qualche giocattolo la rimprovero e le dico che deve essere "attenta" perchè ci sono tanti bambini che non hanno la fortuna di avere quel giocattolo. Cerco di educarla ad accontententarsi di quello che ha ed a condividere e a volte dividere con chi ha meno.
3. Favorevole o contrario all’uso della moneta elettronica?
Favorevole.
4. Avvicinarsi all’educazione finanziaria significa anche ricordarsi del valore della solidarietà e dell’inclusività. Cosa ne pensi?
Sono daccordissimo, sono convinto che abbiamo la responsabilità di aiutare chi è meno fortunato, dovremmo insegnare a tutti che una minimissima parte del nostro guadagno dovrebbe essere utilizzata per progetti di solidarietà come contributo alla nostra comunità.
5. Grazie alla tua storia personale, sei diventato un personaggio mediatico e il tuo profilo Instagram conta 367.000 follower. Quanto peso possono avere i social nel favorire un cambiamento culturale?
Un peso importantissimo! Siamo nell’epoca dell’immagine e dell’apparire, i social ci aiutano a veicolare anche messaggi positivi di diversità ed inclusione, molti sono i messaggi di persone che grazie alla nostra presenza sui social hanno cambiato l’idea di disabilità, di diversità e di sindrome di down. Abbiamo bisogno di "educare" le persone alla diversità e alla disabilità abbattendo il concetto di "normalità". La normalità non esiste, siamo tutti diversi, speciali e difettati, sono i nostri difetti che ci caratterizzano e ci rendono UNICI!