Claudia De Lillo

Conduce Caterpillar AM, su Rai Radio 2, all’alba. Ha una rubrica su D di Repubblica e scrive su temi legati a donne, figli, famiglia, lavoro. Per vent’anni ha lavorato come giornalista finanziaria presso l’agenzia Reuters, dove è stata caposervizio per l’Economia fino al 2014. È autrice del blog www.nonsolomamma.com e scrive per Smemoranda. Ha scritto Nonsolomamma (Tea), Nonsolodue (Tea), Dire Fare Baciare (Feltrinelli) e il romanzo, Alla pari (Einaudi). L’8 marzo 2012 ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica, per aver inventato il personaggio di Elasti. Ha tre figli, maschi, e un marito part-time, economista marxista barese che lavora a Londra.
 

1. Da una parte sei un’affermata giornalista finanziaria, dall’altra ami definirti un’elasti-mamma. In quale misura occuparti di finanza influisce sul tuo essere mamma?

Io non lavoro più come giornalista finanziaria da ormai quasi tre anni, da quando ho cominciato a condurre Caterpillar AM. Sono stata però per tanti anni caposervizio a Reuters. Il giornalismo finanziario mi ha di certo insegnato la precisione e il rigore, due doti molto utili nella vita anche di una mamma. Occuparsi di finanza non ammette sciatterie o errori, e instilla una forma mentis che alla fine applichi ovunque.

2. La tua vita è diventata un famosissimo blog, Nonsolomamma.com, all’interno del quale riesci a raccontare e a comunicare con leggerezza, la tua vita quotidiana di mamma che lavora, con tutti i suoi aspetti collaterali. Hai qualche aneddoto da condividere con noi su come hai spiegato il valore del denaro hai tuoi figli?

Sono stata educata da una mamma che ritiene il denaro un elemento volgare della vita, un elemento con cui i bambini non devono essere a contatto. Con gli anni ho assunto un atteggiamento più laico verso i soldi, ma restando comunque dell’idea che non serve che i piccoli ci abbiano a che fare oltre il necessario. Pertanto, pur consapevoli del valore dei soldi, non ne hanno di loro. Anche con mio figlio maggiore che ha quasi 14 anni, abbiamo deciso di non dargli una paghetta ma di dargli quanto gli serve quando occorre.

3. Da mamma esperta di finanza, ti piace avere un ruolo predominante nell’educazione finanziaria dei tuoi figli o ritieni che lo spazio riservato all’apprendimento dei principali strumenti finanziari debba essere la scuola? In tal caso, pensi ci siano alcuni aspetti da migliorare nell’attuale sistema scolastico italiano?

Devo dire che non mi sono mai posta il problema di un’educazione finanziaria specifica. Trovo che i soldi siano un mezzo per fare le cose necessarie – e talvolta piacevoli – ma non certo un fine. Provo quotidianamente a dare l’esempio, non solo per quanto riguarda le finanze. Al momento, all’interno del percorso scolastico dei miei figli non abbiamo incontrato elementi di finanza, forse perché sono ancora piccoli. Ma direi che va bene così.

4. Basandoti sulla tua personale esperienza, ti piacerebbe che i tuoi figli intraprendessero la tua stessa carriera o che in generale si occupassero di finanza?

Mi piacerebbe che i miei figli coltivassero le loro passioni e i loro talenti. Io ho studiato economia per dovere e non per scelta e mi sono trovata nella finanza per caso. E non è mai scattato il colpo di fulmine. Pertanto se uno dei miei figli mi dicesse: voglio occuparmi di trading sui derivati, sarei stupìta e lo incoraggerei solo se fossi sicura che lo fa per passione.