Fiabe e denaro 2

“Genny Topopizza, Trudy la tartaruga: favole e fiabe per educare all’uso responsabile del denaro in un’economia che cambia. Fiabe e denaro 2” è un libro a cura di Emanuela E. Rinaldi e Brunella Fiore (edizioni dEste, 2020). Nasce da un progetto ideato dall’Associazione FarEconomia e realizzato dalla FEduF che, attraverso fiabe, favole ed esercizi studiati da un comitato di esperti e riflessioni di ricercatori universitari, intende avvicinare i più piccoli all’uso responsabile del denaro e farli familiarizzare con “le parole dell’economia”.

Il volume tratta anche di temi di attualità legati a processi economici o eventi particolari che hanno caratterizzato o caratterizzano l’Italia (l’emergenza COVID19, le reti dell’economia globale, la finanza sostenibile…). E’ stato realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Milano-Bicocca (Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l'economia) e la Cooperativa sociale PANDORA onlus e fa parte della collana "Fiabe e denaro" di FEduF.

È rivolto ai bambini (età 5-10 anni), ai loro insegnanti e genitori o nonni. E’ possibile scaricare gratuitamente la versione ebook del volume dalle principali piattaforme ad esempio:

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Kobo >>>

e molte altre IBS, bookrepublic, ecc…

Le copie cartacee sono omaggio per le scuole, le biblioteche ed enti del terzo settore (fino ad esaurimento scorte). Per informazioni: info@feduf.it


Leggi in anteprima la Fiaba “CIOCOVÈ – UOVA CON SORPRESA DI GRANDE QUALITÀ”

L’autrice è Simona Platè e l’illustrazione è a cura di Anna Crespiatico, coordinatrici della Cooperativa Pandora Onlus

“Forse non tutti i bambini sanno che le migliori uova di cioccolato con sorpresa sono prodotte in una fabbrica molto speciale, nascosta nel bosco di Chicelà.
Galline, quaglie, anatre, galli, oche, struzzi, tacchini e tartarughe ci lavorano instancabilmente.
Il lavoro è molto ben organizzato nei vari reparti della fabbrica: c’è chi si occupa della preparazione del cioccolato, chi della stampa delle forme, chi dell’inserimento delle sorprese, chi della chiusura e decorazione delle uova, chi del caricamento sui camion e così via.

Ogni mattina, lunghe file di coccodè, chicchiricchì e quaquaqua, si muovono ordinatamente fra gli alberi del bosco, fino all’ingresso della fabbrica con la sua bella insegna colorata “CIOCOVÈ – UOVA CON SORPRESA DI GRANDE QUALITÀ!”.
Lavorare alla “Ciocovè” ci riempie tutti di soddisfazione. Produciamo uova buonissime che rendono felici i bambini, impariamo ogni giorno cose nuove dai più grandi maestri cioccolatieri che vengono a insegnarcele. Alla fine del mese portiamo sempre a casa il nostro meritato stipendio.

Fino a qualche anno fa, però, la fabbrica non era un bel posto dove lavorare.
Il Direttore Generale era Mister Glog: un vecchio, grasso, barbuto e sputacchiante tacchino che pensava solo a beccare mais e ad arricchirsi.
Ogni volta che assumeva qualcuno diceva: «Bene, bene, bene! Lavorerà con noi per un mese e poi si vedrà!»
Purtroppo, quando scadeva il mese, capitava spesso che lasciasse a casa qualcuno senza una vera ragione. Ad altri, invece, accordava un altro mese dicendo ancora, “poi si vedrà!”. Nessuno poteva mai essere sicuro della continuità del proprio posto di lavoro.
Nessuno poteva fare progetti, come allargare il pollaio per i nuovi pulcini, riparare il tetto del nido o mandare gli anatroccoli a studiare alla scuola dei cigni.
La povera tartaruga Trudy, un mese dopo l’altro, era arrivata a sei mesi di lavoro: un tempo record! Era ormai certa di essere piaciuta a Mister Glog e di poter mantenere il suo impiego al reparto preparazione del cioccolato. Aveva quindi chiesto un prestito alla banca del bosco, per comprare la legna con cui costruire la sua nuova tana.
Subito dopo, però, Mister Glog non le aveva più rinnovato il contratto: «Sei troppo lenta!», le aveva detto.
«Forse sono lenta, ma sono forte e resistente. Non potrei essere assegnata al reparto caricamento sui camion?», aveva chiesto Trudy.
Mister Glog non l’aveva neanche ascoltata e così la povera Trudy si era trovata senza lavoro, con un debito che non riusciva a pagare e quattro tartarughini da sfamare.

A quei tempi io, Rosita la gallina rossa - Scusate, non mi ero ancora presentata come si deve! - lavoravo al reparto “Stampa delle forme” e avevo scoperto un’altra cosa veramente ingiusta.
Per fortuna, da quella mia scoperta iniziò il grande cambiamento.
Alla fabbrica “Ciocovè”, gestita da Mister Glog, i galli guadagnavano più delle galline, anche se svolgevano gli stessi lavori. Ci credereste mai?
A me sembrava una cosa impossibile e così indagai. Sono sempre stata una gallina molto curiosa, una vera detective! Metto il becco ovunque.
Cercai prove, indizi, testimonianze, ma non riuscii a trovare niente. Come mai esisteva questa disuguaglianza fra galli e galline? Nessuno lo sapeva, nessuno se n’era mai accorto o preoccupato.
Solo un’anziana oca aveva la sua personale opinione.
«Non c’è una vera ragione. Si fa così da sempre! Non solo alla fabbrica “Ciocovè”, ma anche nel mondo degli uomini!», aveva risposto l’oca, starnazzando.
«Ma non è giusto!», gridai io.
«Certo che non lo è», disse l’oca, «ma a nessuno importa veramente».
«A me sì!», risposi.
Tornai alla mia tana e organizzai una cena, invitando tutti i lavoratori della “Ciocovè”.
Fra un boccone di stufato di lombrichi e una fetta di torta di mais, esclamai: «Le regole di Mister Glog sono ingiuste! Dobbiamo fare qualche cosa!»
E così, tutti d’accordo, preparammo una lista di richieste tra cui: contratti a lungo termine e stipendi giusti e uguali per tutti gli addetti e le addette alle stesse mansioni.

La mattina dopo, Mister Glog ci ascoltò impaziente, poi disse: «Non se ne farà nulla!»
Allora scrivemmo al proprietario della fabbrica, Mister Peacock, un anziano pavone che si era fatto ingannare dai falsi modi gentili di Mister Glog e gli aveva affidato l’azienda, prima di recarsi a riposare al Gran Hotel Fattoria Pennutis, sulle sponde del lago.
Mister Peacock si arrabbiò: «Questo non va bene! Voglio un’azienda che produca guadagni, ma anche che renda soddisfatti i miei lavoratori! Come diceva mio nonno, “Chi è felice lavora meglio!”»
Chiamò Mister Glog, ma questi tentò di difendersi dicendo che eravamo tutti dei bugiardi.
A sentirlo parlare così, tutti noi, immediatamente, iniziammo a prenderlo a beccate. Cercò di scappare, ma gli struzzi lo raggiunsero in un giro di zampa e lo cacciarono, non solo dalla fabbrica ma anche dal bosco.

“CIOCOVÈ – UOVA CON SORPRESA DI GRANDE QUALITÀ!” divenne una fabbrica esemplare.
La tartaruga Trudy tornò a lavorare, diventò il caposettore del reparto caricamento sui camion e diede il meglio di sé. Perché, come diceva sempre: «Sarò anche lenta, ma sono forte e resistente!»
«Le diversità sono sempre un valore!», aggiungevo ogni volta io.
Mister Peacock scelse un altro Direttore Generale. Indovinate un po’? Scelse proprio me, Rosita la gallina rossa!
Adesso tutti vogliono venire a lavorare alla “Ciocovè”: non solo gli animali del bosco, ma anche gli uomini della città!”