Ermanno Ferretti

1. Il tema ispiratore di EXPO2015 sarà “nutrire il pianeta”: quanto è importante non sprecare?
È fondamentale, anche perché i bambini a volte sembrano avere l'innata tendenza allo spreco e bisogna invece far loro capire che dietro a uno spreco ci sono del denaro speso e delle risorse consumate. Nel settore del vestiario e dei lettini/passeggini/seggiolini ovviamente abbiamo riciclato più o meno tutto da figlio a figlio, ma è col cibo – che è il tema dell'EXPO – che il problema si pone quotidianamente, soprattutto perché i bambini, almeno in una certa fase della crescita, sembrano incapaci di finire un pasto, una merenda o un frutto che iniziano. Devo dire che l'importante è imparare a capirsi, saper misurare quanta fame effettivamente si ha e quindi farsi mettere nel piatto solo quello che si è in grado di mangiare: e questo, almeno i miei due figli più grandi, direi che l'hanno imparato.
2. Coinvolgi i tuoi figli nei momenti dedicati alle spese per la famiglia?
Quando possiamo sì. A volte si divertono a venire a fare la spesa con noi, ma ultimamente stiamo abituando il più grande (8 anni appena compiuti) anche a fare qualche spesa per conto suo: il lunedì, ad esempio, dopo la lezione di pattinaggio gli diamo un paio di euro e lui entra da solo in gelateria – mentre noi lo aspettiamo fuori – per prendersi un gelato e mettersi da parte il resto. Così, ci pare, si abitua da un lato a fare un po' di conti a mente e a capire quanto resto gli spetta, dall'altro a comprendere che le cose che mangia non sono mai gratuite, ma hanno un costo.
3. Ti senti competente nell'insegnargli i concetti base dell'economia?
Spero di sì. D'altronde, sono un insegnante di storia al liceo e alcuni elementi di economia li insegno quotidianamente, anche se a ragazzi più grandi. Ovvio che con i bambini non parlo di inflazione, bilancia commerciale, spread e così via, ma ad esempio i viaggi all'estero hanno permesso a me e a mia moglie di spiegare cosa sono l'euro, la sterlina, la dogana e l'Unione Europea; e ovviamente sanno a grandi linee cosa sono le tasse, lo stato sociale, gli stipendi.
4. Paghetta: sì o no?
Per ora no: il più grande ha 8 anni e non gli è nemmeno venuto in mente di chiederla. Hanno però, sia lui che sua sorella (5 anni), un loro portafoglio in cui mettono alcune mance saltuarie che ricevono da nonni, ad esempio per la promozione o per qualche evento particolare (come i "soldini" che porta la fata dei denti). Prima o poi la paghetta arriverà, ma francamente non so dire a che età, né di quanti euro sarà: credo ci regoleremo – almeno per i tempi – anche in base a quello che faranno i genitori dei suoi compagni. In ogni caso uno dei criteri che cercheremo di seguire sarà quello che i soldi della paghetta bastino per piccole cose (due o tre fumetti, una pizza, un cinema) ma che si debba accumulare la mancia di qualche settimana per poter comprare qualcosa di più grande.
5. Quanto è importante dare il buon esempio nella gestione del denaro?
Molto. Soprattutto credo sia importante far capire ai bambini che non si può avere tutto: che per certe cose, più piccole, ci si può togliere anche ogni tanto lo sfizio, mentre per altre bisogna aspettare il Natale o il compleanno, o risparmiare i soldi un po' per volta. Questa è un'epoca in cui ci sono mille cose davanti agli occhi dei bambini e il rischio è che non capiscano che queste cose non sono gratuite: i cartoni in TV, le app sull'iPad, i giocattoli dei fratelli maggiori, i vestiti, le scarpe... l'importante è far loro comprendere che tali cose hanno un costo e lo si può fare solo se si dà l'esempio, se non si spendono molti soldi ogni giorno inutilmente, se anche in casa si fa notare ai bambini che in qualche modo si risparmia. Recentemente abbiamo dovuto cambiare auto perché l'arrivo di un nuovo bimbo in famiglia fa sì che ce ne serva una da 7 posti: abbiamo portato con noi i due bimbi più grandi in due o tre saloni, abbiamo fatto vedere loro le auto e spiegato che si deve cercare quella che abbia il miglior rapporto qualità/prezzo, magari dando dentro anche l'usato, e direi che hanno imparato più di qualcosa da tutta la situazione.