Fondazione per l'educazione finanziaria
  • Area Riservata
  • Contattaci
  • Chi Siamo
  • Programmi
  • Progetti
  • Eventi
  • Strumenti
  • La Fondazione
  • Come Aderire
  • I Partecipanti
  • Advocacy
  • Comitato di consultazione
  • Comitato scientifico
  • Advisory board
  • Alleanza per l’educazione finanziaria
  • Il Punto
  • Speciale decennale
  • Eventi Scuole
      AREA STAMPA >>>
      SEGUICI SU:
      • Facebook
      • Twitter
      • Instagram
      • Youtube
      • Linkedin
      CERCA:
      ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER:

      NOME:

      EMAIL:
      Con l'iscrizione alla newsletter si autorizza il trattamento dei propri dati personali secondo quanto riportato nella privacy policy del sito

      Anna Rita Vizzari

      Insegnante di Lettere nella Scuola Secondaria di 1° di Sestu, da anni attua una didattica caratterizzata dalla normalizzazione delle tecnologie e dal BYOD (ogni alunno porta il proprio dispositivo e lo usa nella didattica); attualmente ha il semiesonero dall'insegnamento per fare la tutor coordinatrice nei Tirocini Formativi Attivi all'Università. È anche formatrice dei docenti in corsi ministeriali e non, autrice di libri e kit multimediali di didattica con le Edizioni Erickson, talvolta docente a contratto in Studi Umanistici all'Università di Cagliari. Cura diversi blog, uno su tutti www.lavagnataquotidiana.org.
       

      1. Quanto ti senti competente in materia economico finanziaria?

      Uno zero totale. Un mio alunno lo scorso anno aveva l'abitudine di segnarsi sul diario le frasi significative o buffe pronunciate dagli insegnanti; ebbene, una mia frase da lui immortalata fu: "Se c'è un campo in cui sono totalmente ignorante è quello finanziario". Non sono una risparmiatrice, non sto a ricontrollare gli scontrini a caccia dell'errore, inoltre per la dichiarazione dei redditi mi rivolgo a un amico commercialista il quale ogni volta prova a spiegarmi le cose, mentre io abbasso la saracinesca annuendo senza cogliere una sola parola di quello che mi dice. È più forte di me: vorrei avere maggiore consapevolezza anche come contribuente ma non ce la faccio proprio. Così mi affido a lui ciecamente.

      2. Come riesci a comunicare il valore del denaro a tuo figlio?

      Ho un figlio di 7 anni che è anche nipote unico di nonni e zii, pertanto è piuttosto viziato. Però cerco di fargli capire che quello che ha è frutto non di una rendita ma del lavoro di qualcuno, e per farlo converto in ore/giorni di lavoro il prezzo dei giocattoli o dei dispositivi che usa. Credo che tendenzialmente i genitori applichino il modello dei propri, in positivo o in negativo. I miei, cresciuti nel secondo dopoguerra, erano tendenti all'austerity e gli sfizi me li facevano sudare. Ricordo che avevo risparmiato tantissimo per comprarmi io la Barbie (l'avevo pagata 5.000 lire), ricordo che gli acquisti di capi di abbigliamento si facevano alla spicciolata: un giorno i pantaloni, un altro il giubbotto, senza un abbinamento alla base. Credo che questo sistema abbia suscitato in me una specie di bulimia negli acquisti: da quando sono indipendente, quando esco per fare compere torno con troppa roba. E anche come genitore ho applicato al contrario il modello dei genitori, per cui con mio figlio sono stata per anni spendacciona: in certi periodi gli compravamo un regalino al giorno, presi dall'entusiasmo dei primi gadget o delle "sane fissazioni" incoraggiate. Ma un bel giorno, dopo una mastodontica collezione di Lego Star Wars, ci siamo dati una calmata tutti quanti, genitori e figlio. Ora dico più no, soprattutto quando mi chiede qualcosa che un suo amichetto ha: cerco di fargli notare che ciascuno ha le sue cose e non è necessario avere esattamente le stesse. Di recente mi ha chiesto che acquistassi una pianta virtuale per un noto videogioco: costava 2 euro ma gli ho detto che avrei preferito spenderne 20 per un gioco nuovo che 2 per una sola pianta virtuale. Non ha insistito, né mi ha chiesto un altro videogioco per mettere alla prova la mia coerenza. Forse il fatto che in passato lo avessimo appagato tanto ha fatto sì che non avesse una frenesia alimentare in fatto di regali.

      3. I bambini vengono spesso tenuti lontano dalle decisioni relative alle spese familiari. Meglio coinvolgerli o aspettare che crescano?

      Secondo me renderli partecipi in modo commisurato all'età è utile per far sì che il bambino inizi a maturare consapevolezza. Da poco ho acquistato la macchina nuova e ci ho ragionato molto, confrontando caratteristiche (anche le stellette Euro NCAP) e prezzi: l'ho coinvolto, così ha visto che dietro un acquisto importante c'è tutto un ragionamento.

      4. Discuti di tematiche economico-finanziarie con i tuoi studenti? Se sì, quali sono gli strumenti didattici che utilizzi per sviluppare le loro competenze?

      Insegno Lettere e tratto tematiche economico-finanziarie in Storia e in Geografia. In Storia non si può prescindere dalle questioni economiche per comprendere certe dinamiche, per esempio la comprensione della legge della domanda e dell'offerta è fondamentale, ma ogni volta in cui lo faccio mi chiedo se un insegnante di Lettere sia la persona giusta per affrontarla, non avendo una specifica formazione in merito. In Geografia tocchiamo queste tematiche quando si studia l'economia delle nazioni o, meglio ancora, quando si studiano i settori dell'Economia. Di recente abbiamo svolto un lavoro particolare, che ho condiviso nel sito geocompetenze.wordpress.com, da me realizzato in alternativa al libro di testo (per far risparmiare qualche decina di euro alle famiglie). Ciascuno dei ragazzi si è occupato di uno specifico campo (per esempio Turismo, Commercio, Industria) e ha realizzato sia un plastico che un'intervista (testuale o audio o video) a una persona impiegata nel settore. Il risultato è stato stupefacente perché molte delle persone intervistate hanno dato informazioni utili e hanno fatto capire anche la portata della crisi. Alcuni hanno poi pronunciato frasi memorabili come: "Paradossalmente, un bravo commerciante più che essere un bravo venditore deve essere un bravo acquirente". Purtroppo non tutte le interviste sono in chiaro: alcune sono protette da password perché alcuni intervistati hanno chiesto di non rendere pubblici i video.

      5. Sono molte le iniziative scolastiche per portare l’economia e la finanza in classe: come pensi che la scuola possa incrementare il suo contributo a sostegno dell’educazione finanziaria?

      Penso che ogni campo abbia i suoi esperti e che di rado siano presenti nelle scuole docenti con solide basi su questa tematica (a parte i professori di Economia delle superiori e pochi altri), per cui ritengo che queste iniziative debbano avere un supporto da figure realmente competenti in materia, con alle spalle studi specifici. Non si può improvvisare mai, sul fronte educativo.

        Mappa del sito   |    Disclaimer Privacy   |    Area Stampa  
      Codice fiscale: 97783690585 - Sede: Piazza del Gesù 49, 00186 Roma - Registrazione num. 1009/2014