Storia della banca
Ripercorriamo insieme il processo che, nel corso delle epoche e dei secoli, ha portato alla nascita dell’istituzione Banca.
L’abitudine di conservare i propri risparmi in luogo sicuro e di ricorrere ad altri per chiedere prestiti, in condizioni di necessità, infatti, ha origini molto antiche. Già Sumeri e Babilonesi, alcuni millenni prima della nascita di Cristo, facevano custodire i loro averi dai sacerdoti del tempio.
Antichità
Con la nascita della moneta furono sostituiti da professionisti che svolgevano la loro attività, prima vicino agli stessi templi, poi nei principali luoghi di scambio, come mercati e porti. I Greci li chiamavano “trapeziti”, dal termine “trapeza”, il banco dietro il quale esercitavano la loro attività. Fungevano da cambiavalute, raccoglievano tasse e tributi per conto della comunità cittadina, ed erogavano prestiti. Dalla Grecia, la tradizione si diffuse prima tra gli Egizi e poi a Roma, dove lavoravano gli “argentari”.
Epoca medievale
Nel Medioevo comparvero le lettere di credito, grazie alle quali mercanti e sovrani potevano liberarsi dal pericolo di portare con sé grandi quantità di contanti o beni preziosi quando si spostavano, anche per mesi, da un luogo all’altro. In sostanza, si trattava della prima forma di assegni: i banchieri si prestavano come garanti dei pagamenti, firmando una lettera (detta appunto “di credito”) che li impegnava a pagare somme per conto di chi le portava. Questa nuova attività riscosse moltissimo successo: nelle più grandi città commerciali d’Europa famiglie di banchieri divennero ricche e potenti, tanto da arrivare a prestare denaro ai regnanti d’Europa, finanziando le loro guerre. Poteva accadere che re e conti offrissero ai banchieri titoli nobiliari al posto che restituire il prestito. Fu così, per esempio, che la signoria di Firenze fu affidata a Cosimo de’ Medici, capostipite di una gloriosa dinastia.
Rinascimento e Seicento
È proprio nel Rinascimento che nasce la banca intesa in senso moderno. Si tratta del Banco di San Giorgio, sorto a Genova nel 1406 come istituzione che si occupava della gestione del debito pubblico. Con il passare dei decenni si assiste alla decadenza dei banchi privati e all’affermazione progressiva dei banchi pubblici. La prima vera e propria banca di emissione fu la Banca d’Inghilterra, costituita nel 1694 come società anonima, cui seguirono man mano quelle degli altri Stati europei. Il loro scopo era soprattutto quello di finanziarie il ceto mercantile, favorendo gli scambi commerciali marittimi e terrestri.
Ottocento
A partire dal 1830, cominciarono a sorgere nuovi tipi di istituzioni bancarie, preposte alla raccolta dei depositi e alla concessione di varie forme di credito. La rivoluzione industriale chiedeva sempre più capitali per sostenere le industrie nascenti, destinate a modificare gli equilibri economici dell’intera Europa. Le banche finanziarono la crescente spesa pubblica per le opere di urbanizzazione, prime fra tutte quelle ferroviarie, e fornirono le risorse necessarie allo sviluppo dell’industria tessile, meccanica, siderurgica. Il credito bancario ebbe un’espansione senza precedenti nella storia e in tutte le grandi città sorsero nuovi importanti istituti bancari. In Italia, erano autorizzate a emettere banconote, prima dell’unità, le banche pubbliche degli Stati preunitari (la Banca Nazionale Sarda, la Banca di Parma, la Banca delle Quattro Legazioni, la Banca Nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito). Successivamente, con l’unificazione, la Banca Nazionale Sarda muta il proprio nome in Banca Nazionale del Regno d’Italia e ingloba sia la Banca di Parma sia la Banca delle Quattro Legazioni, diventando il più grande istituto bancario del Regno d’Italia, tanto che aprirà le sue filiali anche in Italia centrale e meridionale. Alle citate banche pubbliche si aggiungono nel frattempo il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia e numerosi istituti privati, fra i quali la Banca Generale, la Società Generale di Credito Mobiliare, il Banco di Roma (poi divenuta Banca dello Stato Pontificio), il Banco Ambrosiano.
Novecento
Il sistema bancario si evolve sotto il profilo tecnico e normativo. Le banche centrali dei singoli Stati si consolidano e si definiscono maggiormente i rapporti bancari internazionali sia fra gli istituti pubblici, sia fra quelli privati. In Italia la riforma del 1936, introduce la distinzione (poi caduta con la riforma del 1994, in linea con le Direttive europee) tra banche di credito ordinario e banche che possono compiere operazioni di credito industriale a medio lungo termine. Gli assetti del sistema bancario nazionale sono stati poi riformulati dalla legge Amato-Carli del 1990, finalizzata a favorire la trasformazione degli istituti in SpA e la loro privatizzazione. A livello strutturale, la fine del secolo scorso è stata caratterizzata da fenomeni di raggruppamenti e fusioni, per rispondere alla crescente concorrenza degli altri Paesi europei. L’evoluzione nel mondo bancario fa passi da gigante anche grazie al progresso della telematica, che ha visto il diffondersi dell’e-commerce, del trading on line e dell’home banking, come nuove forme di acquisto, investimento e gestione della liquidità per cittadini e imprese.