Che cos’è una banca?
Nell’art. 10 del Testo unico bancario, ossia la legge in vigore dal 1º gennaio 1994, che disciplina l’attività delle banche, si definisce la banca come “l’esercizio congiunto dell’attività di raccolta di risparmio tra il pubblico e dell’attività di concessione del credito”. La banca è sostanzialmente un’impresa privata, un’ente a scopo di lucro, che opera nella società con un duplice scopo: fornire all’economia i mezzi di pagamento e raccogliere e impiegare il risparmio.
Come tutte le imprese le banche hanno costi e ricavi. La principale entrata per le banche sono i tassi di interesse attivi, incassati dall’investimento dei capitali raccolti, a cui si aggiungono le commissioni per i servizi resi alla clientela, per esempio commissioni legate al conto corrente o alla gestione di un portafoglio di titoli. I costi che una banca deve sostenere sono legati alla gestione del personale, delle sedi, delle filiali e delle infrastrutture, ma anche agli interessi pagati a chi deposita presso la banca il proprio denaro.
Oltre alla gestione dei depositi e dei capitali investiti, le banche possono esercitare un vasto insieme di servizi accessori come il cambio di valute straniere, il credito all’esportazione, l’emissione di titoli di credito (assegni, carte di credito e simili), la custodia di valori in cassette di sicurezza, il supporto a operazioni finanziarie, come la compravendita di azioni e obbligazioni e la gestione del risparmio (attraverso l’offerta di fondi comuni d’investimento). Per permettere alla clientela di svolgere operazioni bancarie anche quando gli sportelli bancari sono chiusi, sono stati creati strumenti e servizi ad hoc, quali gli sportelli automatici bancomat, l’home banking e i servizi telefonici di call center. Mentre la raccolta del risparmio fuori sede è svolta dai promotori finanziari.
La banca come intermediario
La principale funzione economica svolta dalla banca è quella di intermediazione, che consiste nel trasferire denaro dai soggetti che ne dispongono a quelli che invece ne difettano. Questa funzione è esercitata attraverso la raccolta di fondi dai risparmiatori e la concessione di prestiti a imprese e famiglie, per le loro esigenze di investimento e consumo.
La banca, in qualità di intermediario finanziario, si sostituisce a ciascun risparmiatore consentendo una riduzione dei costi di raccolta di informazioni, di valutazione e controllo. Inoltre, se il soggetto che chiede il prestito ha un deposito presso la banca, quest’ultima ha il vantaggio di poter acquisire informazioni sul merito di credito dell’impresa attraverso l’esame della movimentazione del conto corrente e, rispetto ai singoli risparmiatori, la banca ha il vantaggio di poter diversificare maggiormente i rischi. Oltre a concedere prestiti a imprese e famiglie, le banche acquistano attività finanziarie di varia natura: detengono titoli, effettuano operazioni interbancarie, concedono finanziamenti ad altri intermediari finanziari.
Nei sistemi bancari moderni esistono alcuni strumenti che difendono la stabilità del sistema bancario, come l’assicurazione dei depositi o il ricorso alla banca centrale come “prestatore di ultima istanza”, ciò vuol dire che, in caso di mancanza di liquidità, le banche possono avere dei prestiti da parte della banca centrale. La banca centrale è l’istituto che si occupa di gestire la politica monetaria di un Paese o di un’area economica che condivide la stessa moneta, la banca centrale d’Italia è la Banca d’Italia. Per questo l’attività delle banche è regolata da norme diverse da quelle che riguardano gli altri intermediari (società di leasing, factoring o credito al consumo): tali norme regolano la costituzione dell’impresa bancaria e la gestione delle situazioni di crisi, la qualità degli attivi e la concentrazione dei rischi.