Giulia Mandrino

1. In una scala da 1 a 10 dove collocheresti l’educazione sull’uso consapevole del denaro dei tuoi figli?
Uno dei punti su cui sono molto ferrea nella loro educazione è il concetto di gratitudine: credo che essere grati nei confronti della Vita per ciò che si ha sia, a livello di affetti ma anche di denaro/oggetti, qualcosa di imprescindibile per essere felici. Purtroppo ritengo che la mia generazione sia davvero schiava dell'avere di più e che si stia arrivando a un punto davvero critico dove non riusciamo a trarre soddisfazione da ciò che abbiamo ma solo dall'atto dell'acquisto. Così dobbiamo lavorare tantissimo per riuscire a guadagnare più soldi possibile per comprare e fare nuove cose. I figli devono avere tutti i giochi presenti sul mercato, devono fare 4 sport a settimana etc... Ritengo questo processo una vera e propria schiavitù, perchè come dicono i saggi in Oriente la felicità è nel qui e nell'ora, non nell'atto di correre e nel ricercare il possesso. Non è semplice, anche io spesso cado nel tranello di volere oggetti che non posso avere e di sentirmi triste e frustrata per questo motivo: ma cerco sempre di ritornare in me e tener ben chiaro il mio obiettivo. Per questo motivo prima ancora di parlare del concetto di transazione monetaria e risparmio cerco di trasmettere loro che per essere felici serve poco e sopratutto che si può creare, costruire e divertirsi con oggetti di riciclo e sopratutto con la natura: andiamo a raccogliere le ghiande, costruiamo l'erbario con le foglie e sopratutto cerco di far sperimentare loro un materiale in tutte le sfaccettature: con gli acquerelli possiamo colorare in diversi modi come pennelli, dita, scottex, foglie, spugne etc... Cerco di far capire loro quanto la natura offra: un campo di pannocchie, gli alberi, il fieno ma anche le stagioni. Perchè il tranello dell'avere è che non è mai abbastanza: il Dalai Lama dice: “Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.»
2. In casa hai mai provato a trasmettergli i concetti base dell’economia? Se sì, come hanno reagito?
Noi parliamo abbastanza di denaro in casa: cerchiamo di spiegare loro il valore del denaro, del lavoro e del tempo. Loro sembrano apprezzare molto!
3. Credi che la paghetta sia uno strumento efficace per educarli alla gestione dei soldi?
Credo di si ma ritengo che prima dei 7 anni non sia giusto buttare sulle loro spalle una responsabilità di questo tipo. Dopo assolutamente sì: man mano che cresceranno sempre più aspetti della loro vita saranno presi in carico dalla loro gestione del denaro.
4. La nuova legge sulla buona scuola introduce competenze di economia, cosa ne pensi?
Credo sia fondamentale: economia non significa solo grande finanza come la pensano in molti! Una famiglia è un'azienda, una persona è un'azienda basata su pilastri etici, psicologici e di benessere ma anche da transazioni monetarie. In italia purtroppo affermare che una famiglia è un'azienda è quasi una bestemmia: in realtà nella maggior parte degli stati esteri non è così. Ovviamente il fine di un'azienda è l'utile, mentre nella famiglia è il benessere, ma volendo la creazione di benessere può essere inteso come l'utile dell'azienda-famiglia. Il mio obiettivo è infatti quello di coinvolgere i miei figli nelle faccende domestiche per far sì che comprendano meglio proprio il concetto di famiglia come azienda-benessere: ognuno da il suo contributo per il benessere comune e ogni azione di spreco o di mancanza di lavoro ha ripercussioni sugli altri membri.
5. Iniziative come Expo, incentrate sulla sostenibilità e la lotta allo spreco, possono avere delle ricadute efficaci nella vita domestica di tutti i giorni?
Il biglietti di Expo costa 35 euro a persona, il parcheggio 16 euro mi sembra. Non so quante famiglie composte da 4 persone possono permettersi di spendere cifre così importanti in questo momento. Per il resto credo sia importante, anzi fondamentale partire dalle scuole al fine di rendere più attenti, consapevoli e competenti i bambini e quindi le generazioni future. Sarebbe interessante se venissero sviluppati dei progetti di comunicazione a livello nazionale sul tema dello spreco come campagne pubblicitarie: credo che potrebbero avere un impatto positivo sull'economia famigliare.