Federico Vercellino
1. "Chiacchierona e teatrale": così definisci tua figlia nella tua rubrica web che tieni su Alley Oop. Come insegnarle, in modo altrettanto originale, l'uso consapevole del denaro e l'educazione al risparmio?
Mia figlia è ancora piccola, quattro anni, ma credo che anche alla sua età si possano insegnare cose sul valore degli oggetti e quindi del denaro. Innanzitutto giocattoli e abiti, le cose che le sono maggiormente prossime, non si abbandonano in ceste o armadi se non servono più e non si buttano. Si regalano a chi ne può aver piacere o a chi ne può aver bisogno. Sono convinto che il dono, il concetto del dono, sia formativo perché insegna che la generosità è una rinuncia, piccola o grande, a una proprietà e che, per questo, alla generosità altrui si risponde con gratitudine. Spero che questa cosa e l'abitudine ad evitare gli sprechi, possa costituire una base per il futuro, anche nell'uso del denaro.
2. Siamo circondati da genitori 2.0: quanto è utile l'utilizzo dei Social Newtork, ed il confronto che ne deriva, nella gestione del bilancio familiare?
Uno dei vantaggi della Rete, per le caratteristiche che ha assunto anche grazie alle piattaforme sociali, è la facilità di attingere a pensieri laterali, conoscenze di nicchia e confrontarsi con comunità unite da interessi o valori. Teorie, opinioni, consigli, buoni esempi, oggi chi cerca di migliorare la sua capacità di gestione del bilancio famigliare ha molte risorse e, soprattutto, può scegliere. In Rete, a cercare bene, non esiste un pensiero unico, bufale sì, ma questa è un'altra storia.
3. Credi che la scuola italiana si impegni abbastanza nella sensibilizzazione delle generazioni future rispetto ai temi della sostenibilità economica?
Credo che la scuola sia carente sotto questo aspetto, come sotto tanti altri. Le politiche di investimento in scuola e formazione degli ultimi decenni non hanno permesso che la scuola italiana si sviluppasse verso l'insegnamento paracurricolare di saperi come la sostenibilità economica, l'ambiente, la sessualità e tanto altro. Si fa molto, spesso su iniziative spontanee degli insegnati, dei dirigenti scolastici, degli studenti o dei genitori, ma nulla che consenta a tutti un uguale accesso a queste tematiche. Detto questo, ritengo che alcuni aspetti culturali debbano essere inclusi nell'eredità di valori e conoscenze che ogni famiglia dovrebbe trasmettere ai figli.
4. Cosa può essere fatto, in famiglia e nella quotidianità, per trasmettere ai propri figli il valore del denaro? Qual è la tua esperienza?
Innanzitutto l'esempio. I figli assorbono i comportamenti dei genitori, poi durante l'adolescenza decideranno se farli propri, rigettarli o combinarli con una propria visione del mondo. L'esempio è quindi il primo, forse l'unico, insegnamento possibile. Il mio rapporto con i soldi è di serena attenzione, li penso come strumento per avere altro: stabilità, accesso a servizi, oggetti. Credo che questo sia quello che vede mia figlia nella quotidianità, quando si fa la spesa o qualsiasi altro acquisto. Tengo poi a una cosa, in maniera particolare: la ricchezza - sì fa per dire - non è dell'individuo, ma del nucleo famigliare. Non devo essere io a rifiutare l'acquisto di una cosa che mia figlia vuole, ma deve essere un ragionamento fatto di "davvero lo vuoi" e "che cosa te ne potresti fare"?