Daniela Capaldo
1. Parli a tuo figlio del denaro e dell’importanza di risparmiare?
Spesso parlo a mio figlio del denaro e dell’importanza di risparmiare, non c’è bisogno di sprecare soldi in giochi costosissimi per divertirsi, noi costruiamo giocattoli da materiali di riciclo o da materiali raccolti nei boschi, ad esempio, e il risultato è molto più soddisfacente perchè non si spende nulla, ci si diverte e c’è la soddisfazione di mostrare agli altri la nostra creazione. Mio figlio sta assimilando il concetto che se tutti risparmiassero, si potrebbero utilizzare i soldi per progetti più nobili e sociali ed aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno.
2. Credi che la paghetta settimanale sia uno strumento efficace per educarlo alla gestione del denaro?
Mio figlio non ha una paghetta settimanale, forse perchè ancora non la pretende, ma ha dei premi in denaro, quando ad esempio si comporta bene ecc. E’ molto parsimonioso con i suoi soldini, perchè sa che un giorno, dopo averne accumulato abbastanza, potrà comprarsi ciò che desidera.
3. Quanto ti senti competente nell’insegnargli i concetti base dell’economia?
Io cerco di educare mio figlio verso il sociale e solidale, donare un suo soldino risparmiato è un gesto lodevole, anche semplicemente risparmiare è un gesto lodevole, altro in materia di economia non so, sicuramente ci saranno altri sistemi.
4. Ti aspetti che la scuola faccia qualcosa?
Anche la scuola invita al risparmio e a non sprecare inutilmente, ma io penso che il miglior esempio debba provenire dalla famiglia, certo la scuola aiuta.
5. Ritieni che i social network siano uno strumento di divulgazione efficace per parlare ai ragazzi di tematiche economiche?
I social network sono la nostra realtà, se usati bene, magari inizialmente con la super visione di un adulto, possono trasmettere messaggi positivi, un po’ come succedeva ai miei tempi quando ascoltavamo e mettevamo in opera i testi dei più famosi cantautori. La rete è una fonte inestimabile di informazione e messaggi, possono davvero colpire in pieno l’educazione e la sensibilità dei nostri ragazzi, l’importante, ripeto, è saperla usare e non esagerare.