Occhio al Ponzi style

Massimo Giordano, nato a Maglie (Le) nel 1967.
Venuto al mondo non per sua volontà, si è però saputo ben presto adattare a quell’immenso palcoscenico che è la vita -Shakespeare docet-, prendendo così ben presto consapevolezza che, visto che quaggiù ognuno è chiamato a recitare una parte, tanto vale farlo per lavoro.
Sceglie quindi di darsi al teatro, senza però chiedere approvazione a quest’ultimo. Una nemesi.
Ad oggi si ritrova ad essere attore, regista, autore, voce per audiolibri, insegnante di recitazione e dizione.
È la prova che in Italia tutti possono fare tutto.

1. Ci spiega cos’è e come funziona lo “schema Ponzi”?

Lo Schema Ponzi può tranquillamente essere definito una catena di Sant’Antonio, un modello di vendita fraudolento, basato essenzialmente sul reclutamento di nuove persone partecipanti, con il compito precipuo di frodare i risparmiatori. Si tratta di un vero e proprio modello economico, con una struttura architettonica dotata di una precisa strategia e alla cui base non vi è alcun tipo di investimento che generi valore e profitto.
L’impalcatura su cui regge lo Schema Ponzi è una struttura piramidale, dove ad alcune vittime vengono promessi forti guadagni in breve tempo, a condizione che queste reclutino nuovi investitori. La tecnica è questa: i primi risparmiatori vengono ripagati con gli investimenti dei successivi; ciò genera un meccanismo di fiducia incondizionata che porta sempre più nuove vittime a cadere nella rete dello Schema. Tutto ciò fino a quando la bolla finanziaria non esplode, per la fuga (con il bottino) o per l’arresto dei gestori della piramide.

2. Come è nata l’idea dello spettacolo teatrale “Occhio alle Truffe!”?

Nasce da un’idea di Nadia Linciano, dirigente Consob, che aveva valutato positivamente la suggestione di un format teatrale per "educare" gli spettatori sui pericoli derivanti dai tanti truffatori ancora in giro. Dopo alcuni incontri abbiamo capito che, per raccontare i pericoli delle truffe, invece di elencare quelle più famose e significative -sarebbe risultato un taglio più giornalistico e meno teatrale- sarebbe stato molto più efficace dare la parola a un truffatore. E la scelta è caduta su Charles Ponzi.

3. Ci racconti i pregi e i difetti, se ce ne sono, di un progetto teatrale dedicato prevalentemente agli studenti.

Sarò di parte, ma vedo solo pregi. I risultati si vedono, ovunque gli studenti spettatori hanno seguito con molta attenzione la storia di Ponzi. Non abbiamo inventato nulla di nuovo, nell’Antica Grecia il teatro aveva una funzione educativa. Forse stiamo arrivando in ritardo...

4. Quanti Charles Ponzi ci sono ancora in giro e come fare a tenere gli occhi ben aperti?

Tantissimi. La mamma dei cretini è sempre incinta, ma quella dei truffatori lo è ancor più. Credo che ci sia un sistema per non abboccare alle truffe "Ponzi style", è cioè che quando qualcuno ci presenta facili guadagni in brevissimo tempo dobbiamo drizzare per bene le antenne e farci una semplice domanda: se per questo tizio è così facile guadagnare soldi, perché si prodiga nel convincere gli altri a diventare ricchi e non lo fa direttamente da solo?