La scuola è un bene comune

Gregorio Arena, Presidente Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà.

1. La conservazione dei beni comuni è fondamentale per migliorare la qualità della vita e nutrire il senso di responsabilità civica. Quali sono i passi che un paese come l’Italia deve compiere? 

Prima di entrare nel merito della risposta tengo a sottolineare che piuttosto che di conservazione credo sia più utile parlare di cura dei beni comuni. I beni comuni, siano essi materiali o immateriali, sono fragili e necessitano di cura. “Cura” è un concetto che trasmette empatia, vicinanza e prossimità. Conviene a tutti prendersi cura dei luoghi in cui viviamo, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende in fin dei conti la qualità della nostra vita. Questi aspetti non possono più essere delegati ad altri: come cittadini abbiamo l’obbligo di essere attivi, responsabili e solidali. Il nostro Paese ha fatto molto inserendo in Costituzione il principio di sussidiarietà, che però rischia di restare lettera morta senza le disposizioni normative che ne permettano l’attuazione a livello amministrativo. Proprio per questa ragione Labsus propone il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” che agisce su base volontaria e prova ad armonizzare, devo dire con successo nei casi in cui ha trovato applicazione, lo sforzo dei comuni cittadini con il lavoro delle amministrazioni comunali.

2. I cambiamenti culturali rappresentano sempre una grande sfida per le società di oggi: qual è il contributo che può dare la scuola in questo senso?

Credo che oggi i giovani, abituati al mondo digitale e a una realtà spesso virtuale, abbiano necessità di concretezza e di esperienza reale. La scuola da un lato ha quindi il compito di raccontare e dare delle nozioni, ma dall’altro dovrebbe educare “facendo fare”. L’esperienza che abbiamo fatto con Labsus nelle classi ne è una dimostrazione: i ragazzi si sono impegnati nella cura del “bene comune scuola”, chi piantando alberi, chi pulendo i graffiti, tutte azioni concrete tese ad aver cura del luogo dove si vive. La scuola quindi, come succede ad esempio negli Stati Uniti, può diventare un “centro motore” per la cura del quartiere, favorendo non solo un migliore livello della qualità della vita, ma anche la socializzazione tra le persone e la diffusione di una più marcata coscienza civica.

3. A suo parere l’educazione finanziaria ha un ruolo attivo nell’avvicinare i giovani alla solidarietà sociale? Se sì, quale?

La scuola è un bene comune sia materiale sia immateriale, perciò averne cura anche dal punto di vista economico è fondamentale. Una maggiore consapevolezza del sistema economico, attraverso l’educazione finanziaria, aiuta sicuramente a capirne i limiti e quindi a migliorarlo e ad utilizzarlo al meglio. Ciò ricomprende anche gli aspetti della solidarietà sociale, ma non solo. Come detto l’esperienza concreta è fondamentale, quindi credo che potrebbe essere interessante mettere in piedi un progetto didattico attraverso il quale gli studenti possano imparare a gestire alcune risorse delle scuole nelle quali studiano in modo da averne un ritorno economico, che poi possa essere reinvestito nella scuola stessa.

4. Può spiegarci in sintesi di cosa si occupa Labsus?

Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha un obiettivo ben preciso, fondato su una certezza. La certezza è che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale. Se questa è la certezza di fondo, allora è chiaro anche l’obiettivo: far sapere al maggior numero possibile di persone che nella nostra Costituzione c’è il principio di sussidiarietà e che questa novità può cambiare il loro modo di stare, come cittadini, in questa società. Fino ad oggi si è pensato al principio di sussidiarietà come ad un “confine” invalicabile fra una sfera pubblica ed una privata considerate in conflitto. Con Labsus noi affermiamo un nuovo paradigma su cui costruire un nuovo modello di società caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.