Il risparmiatore maleducato

Che effetto avranno i passi da poco compiuti dall’educazione finanziaria in materia legislativa? Lo abbiamo chiesto a Marco Lo Conte, giornalista e blogger del Sole24Ore e autore del libro “Il Risparmiatore maleducato”.

 

1. Nonostante il rischio di arenamento, l’educazione finanziaria ha finalmente compiuto il suo primo passo nel tessuto legislativo italiano, grazie al recente Decreto Salva-Risparmio. Quali scenari si prospettano all’orizzonte? Ritieni che l’istituzione di un Comitato per l’educazione finanziaria possa contribuire a innalzare il livello di alfabetizzazione degli italiani?

È un primo passo, che sana una vergogna evidente. L’Italia è l’ultimo dei Paesi industrializzati a inserire nel proprio ordinamento legislativo una legge in materia. Anche il primo passo non è stato agevole: molti progetti sono andati in fumo negli ultimi dieci anni, per disavventure politiche e per incompetenza in materia. Ora sta al Comitato dar prova di intelligenza, di capacità progettuale e lungimiranza. In caso contrario sarà inevitabile sottolineare l’inefficienza dei risultati.

2. Sul tuo blog sul sito del Sole 24 Ore si legge: l’informazione è la prima pietra su cui costruire un metodo decisionale. Da esperto in materia, credi che in Italia si faccia adeguata informazione in tema di finanza e strumenti finanziari? Ma soprattutto, credi che il livello d’informazione debba essere necessariamente proporzionale al proprio patrimonio?

Innanzitutto ritengo che tutti debbano disporre di un’educazione finanziaria di base per far fronte a scelte di base e, in caso, saper interpellare un esperto. È indispensabile, nel mondo contemporaneo, avere competenze che aiutino un singolo a muoversi in un contesto complesso e fatto di proposte in competizione tra loro. Lo stesso per quanto riguardo l’educazione alimentare, l’educazione sanitaria, e l’educazione sessuale, che ci consentono di avere una vita consapevole, sana e serena in ciascuno di questi contesti. Il dualismo tra fai-da-te e affidamento a un esperto non esiste più e la Mifid II renderà ancora più evidente rispetto al passato. Inoltre credo che oggi in Italia l’informazione autorevole in materia finanziaria sia una merce assai rara. L’amico Mentana a fine tg legge la percentuale con cui Piazza Affari ha chiuso la seduta, ma è un’informazione inutile e anzi potenzialmente distorsiva. L’informazione specialistica in materia – a cura del Sole24Ore – ma anche di altre testate, è merce molto più pregiata e va riconosciuta in quanto tale. Anche economicamente.

3. Tra i temi a te più cari troviamo sicuramente quello della previdenza. Per costruirsi una pensione oggi servono decenni e non sono consentite facili scorciatoie. Quali suggerimenti ti senti di dare a chi teme di aver cominciato a risparmiare “troppo tardi”?

Bisogna ricordarsi sempre che il migliore gestore dei nostri soldi è il tempo: non è mai troppo presto per mettere da parte qualcosa per la pensione. Rimandare la decisione equivale a perdere denaro, il che non significa avere fretta, ma l’urgenza maggiore oggi è il vizio della procrastinazione e la bassa consapevolezza del problema. Milioni di italiani procedono ignari verso una vecchiaia di indigenza. Eppure evitarlo è possibile.

4. Di recente hai pubblicato il tuo libro “Il Risparmiatore maleducato”. Vuoi offrirci qualche anticipazione, partendo dalla scelta del titolo?

Ho voluto evitare giri di parole: la maleducazione finanziaria è sia un problema di conoscenza, competenza e abilità dei soggetti che si trovano davanti alle scelte vulnerabili e disarmati, sia un problema di relazione nei confronti degli altri soggetti della comunità. Le nostre (non) scelte o le scelte sbagliate condizionano la vita dei nostri figli, dei coniugi, dei colleghi, degli amici e dei parenti. Nel libro seguo le tracce degli errori che si compiono per scarsa preparazione, ma anche quelli che sono tipici della mente umana, prodotto di milioni di anni di evoluzione: i trigger che analizzano la finanza comportamentale, così come la linguistica o le neuroscienze, che hanno apportato alla conoscenza comune importanti scoperte su come prendiamo le nostre decisioni. Al supermercato così come in banca. Per esser d’aiuto al lettore, ho deciso di adottare un linguaggio semplice e accessibile in modo da contribuire nel mio piccolo ad alzare l’asticella dell’educazione finanziaria degli italiani.