Chiara Mancarella

Salentina d’origine da quattro anni vive a Perugia. Pedagogista Clinico e Docente di Scuola Primaria crede fortemente che ogni mamma è anche altro, per questo ha creato il blog “Solo Mamma? No, grazie” facente parte del Network di PianetaMamma del gruppo Mondadori.
Autrice di numerosi articoli riguardanti l’educazione e la coppia collabora con vari siti a tema famiglia.
 

1. Da pedagogista ci spiega che la comunicazione verso bambini e ragazzi è molto importante, nonostante alcuni temi vadano affrontati in maniera diversa rispetto a una conversazione tra adulti. Quale approccio consiglia per parlare di un argomento che è ancora considerato un tabù, come il denaro?

L’errore che spesso commettono molti adulti è quello di considerare determinati argomenti vietati a bambini e ragazzi. Il lutto, la separazione o in questo caso il denaro se affrontati nel modo giusto e con un linguaggio idoneo all’età del figlio possono diventare argomenti di uso comune con cui chiacchierare in maniera serena e tranquilla con i genitori.
Educare i bambini al rispetto sociale del denaro sin da quando sono piccoli è importante per non doversi trovare a gestire capricci in situazioni inappropriate.
Se ogni volta che si fa una passeggiata il bambino esprime il desiderio di voler un giocattolo e prontamente i genitori lo accontentano solo per non sentirlo piangere non imparerà mai che non si può volere tutto e subito, ma esiste un tempo per ogni cosa.

2. L’acquisto di smartphone e, più in generale, di oggetti di valore per i figli sembra essere un grosso cruccio per i genitori del terzo millennio. Sul tuo blog si legge un articolo riassumibile nell’espressione: “viziarli ma con l’affetto”. Ci racconti il tuo punto di vista?

Purtroppo viviamo in una società in cui l’apparire è più importante dell’essere. Vedere bambini con in mano perennemente i cellulari mette tanta tristezza e avere a che fare quotidianamente con questi strumenti li porterà ad un isolamento sociale incredibile. Spesso all’interno della stessa abitazione si comunica tramite i social, viene a mancare quella che è l’intimità familiare perché c’è la necessità di postare foto o conversazioni e renderle pubbliche. Il far sapere la propria vita agli altri solo per avere approvazione. Ad essere rimproverati però non devono essere i figli, ma i genitori che trascorrono ore del loro tempo libero sui vari social trascurando la relazione familiare.

3. Sappiamo che stai scrivendo un libro sulle emozioni: partendo dall’analfabetismo emozionale, il rischio è quello di crescere una generazione poco empatica ed egoista. Che ripercussioni potrebbe avere sulla loro relazione con il denaro?

Come ho detto viviamo in una società in cui si vuole tutto e subito e a questo stiamo educando i nostri figli. Il bambino che emargina un compagno solo perché non è vestito alla moda, non segue quel determinato programma in tv o non ha il cellulare di ultima generazione continuerà a comportarsi in questo modo una volta diventato adolescente se gli adulti che si prendono cura di lui, e parliamo di genitori ma anche di insegnanti, non lo educano al rispetto dell’altro in quanto persona, come individuo con una propria identità e modo di pensare.